Perchè Ferrari non ha acquistato Aston Martin?

Aston Martin V8 Roadster and Bugatti Veyron Grand Sport
Creative Commons License photo credit: Ed Callow [ torquespeak ]

Articolo del 2008 (con data originale presente su www.multiply.com)

Recentemente Aston Martin è stata acquistata da un consorzio capitanato dalla società inglese Prodrive, con l’ aiuto del collezionista di auto John Sinders e con il supporto della società di investimenti kuwaitiana Dar and Adeem Investment per un valore di 700 milioni di euro.

La società Prodrive è attiva sia nell’organizzazione degli eventi che nella preparazione di auto per le competizioni, sue sono alcune versioni particolarmente spinte delle Subaru, oltre ad avere un valido ramo dedito alla ricerca e sviluppo.

Ma cerchiamo di capire perché hanno scelto di investire su questa sfortunata, quanto gloriosa, casa automobilistica. Innanzitutto il motivo per cui Ford ha venduto risiede nella forte crisi sia del mercato americano, che della crisi delle marche americane. Tale posizione ha permesso al consorzio di rilevare la società ad un basso prezzo. Inoltre la casa inglese risulta finalmente in attivo dopo tanti anni di profondo rosso, oltre al fatto che Ford , negli anni passati, avesse investito tanti soldi per l’ammodernamento dello stabilimento inglese e ha progettato due nuove auto.

Una delle due auto è già uscita sul mercato ed è la nuova Aston Martin V8 Vantage, che sta riscuotendo un discreto successo e sta ampliando sia la clientela che le vendite superando le 5’000 unità nel 2005, mentre nel 2006 le vendite sono state di circa 7’000 auto, ottenendo 85 milioni di euro di utile.

La seconda auto non è ancora in vendita e si tratta della bellissima Rapide, una sorta di DB9 a 5 porte confortevole, ma capace di raggiungere tranquillamente i 300km/h. Alcuni muletti sono in pista e parallelamente si lavora per capire dove si possa produrre tale auto, siccome la produzione prevista è di circa 3’500 unità superiore alla capacità del nuovo sito produttivo di Gaynor, già praticamente al massimo delle sue potenzialità.

Sembrerebbe, quindi, un mossa decisamente azzeccata quella di David Richards (proprietario della Pordrive). Non capisco, perciò, perché altri gruppi non si siano fatti avanti per l’acquisto di questa famosa casa automobilistica, soprattutto perché Ford fornirà motori sicuramente ancora per un anno, come da contratto.

Il mio pensiero va dritto dritto ad una società tanto famosa quanto l’Aston, la Ferrari. Questa casa automobilistica è stata capace negli ultimi anni, grazie ai suoi ottimi manager, di vincere campionati del mondo di F1 rimanendo una piccola società, oltre ad avere bilanci sempre in attivo e , non ultimo, di far risorgere praticamente dal nulla una seconda casa blasonata, la Maserati, e di portarla anche verso l’utile.

Ma perché sarebbe stata interessante per Ferrari l’Aston Martin? Oltre all’eco mondiale in pubblicità per Ferrari la questione diventa prettamente economica, cioè di riduzione dei costi e di economie di scala. Confrontando i listini delle due case automobilistiche ci si trova di fronte ad auto abbastanza simili dal punto di vista tecnico (motori e dimensioni analoghe), ma diverse sotto l’aspetto dell’immagine: Ferrari è di solito per chi cerca il massimo, per quello che vuole andare in pista, mentre Aston è per chi vuole essere diverso e più “signore”, possedere un’auto potentissima che può raggiungere velocità incredibili, ma che non metterà mai le gomme sulla pista e magari di un bellissimo verde inglese che risulta meno vistoso di un rosso Ferrari.

Risulta perciò evidente come tali case non siano in competizione diretta, ma siano abbastanza complementari, permettendo anche una forte riduzione dei costi dei motori, forse anche dei pianali, ma soprattutto dei cambi (anche del cambio a doppia frizione di cui parlavo nell’articolo della Maserati Granturismo, adattissimo allo spirito delle Aston ). Infatti chi mai obietterebbe sul fatto che un’ Aston Martin monti un cambio o un motore Ferrari?Anzi, sarebbe ancora più contento di comprare l’inglese. Oltre a ciò si riuscirebbe notevolmente a ridurre gli alti costi di ricerca e sviluppo, concentrando eventualmente in Ferrari la ricerca sui motori e in Inghilterra le ricerche sulle scocche.

Ma vediamo le finanze Ferrari. Il 2007 è stato chiuso con 6500 vetture vendute e con una gestione ordinaria di 266 milioni di euro, in aumento del 45% rispetto all’anno precedente in cui sono state vendute 5600 auto. Risulta evidente come Ferrari non abbia i soldi per comprarsi da sola Aston Martin con i soli utili dell’anno appena passato. Purtroppo i conti completi di Ferrari non sono disponibili e non sappiamo quale somma ci sia nelle casse, ma se sommiamo gli unici dati disponibili, cioè le gestioni ordinarie degli ultimi due anni si potrebbe arrivare a 350 milioni di euro, cioè la metà del costo dell’ 85 % comprato da David Richards e soci. Per completare l’acquisizione Ferrari avrebbe potuto avvalersi dell’aiuto di Fiat, forte dell’annullamento del debito e di 600 milioni di euro di utile (oltre 900 nella gestione ordinaria), o, ancor meglio, dell’aiuto dell’ Emiro di Abu Dhabi, che nel 2005 si è comprato il 5 % di Ferrari.

Come abbiamo visto sia finanziariamente che industrialmente Ferrari poteva comprare Aston Martin, riuscendo anche a diminuire i costi della propria produzione. Oltre ad un proprio tornaconto sarebbero state possibili sinergie anche con Maserati permettendo anche ad essa di ridurre i costi, sebbene la casa modenese risulti attualmente una società a se stante.

Enzo Ceroni – Hainz 09/04/2008


«
»

Taggata come: , , , ,

1 Commento

Trackbacks

  1. Intervista a Piero Ferrari e precisazione articolo su Harald Wester di Enzo Ceroni | Gruppo Hainz

Invia una Risposta