Marchionne e il pianale Giorgio

Il countdown continua imperterrito, siamo a 20 giorni dalla presentazione della nuova media Alfa, la prima berlina a trazione posteriore Alfa dall’acquisizione del Marchio milanese da parte di Fiat nel lontano 1986. La presentazione è fissata per il 24 giugno 2015 al Museo dell’Alfa di Arese per festeggiare i 105 anni del Marchio milanese e le prime 8 auto saranno visibili all’Expo, ma per vederla in concessionaria e comprarla bisognerà purtroppo aspettare il 2016, di fatto oltre 4 anni dalla fine della produzione della 159!
Un tempo lunghissimo, un’attesa infinita che poteva e doveva essere più breve oltre che gestita in modo differente. Vediamo come anche grazie alla parte finale dell’intervista fatta all’a.d. FCA al Salone di Ginevra del 2014:
https://youtu.be/LR4-x1LW_s0?list=PLeEdGDCCH3GNnPh3dOVaJ3myu9v7BDxvJ

Come avrete notato Marchionne di fatto non risponde, peraltro giustamente, alle mie domande sulla trazione posteriore per Alfa Romeo, sul nuovo pianale “Giorgio”, ma la cosa fondamentale è la risposta all’ultima domanda sul perché non ha pensato ad un nuovo pianale per la nuova media Alfa nel 2009. La risposta è stata diplomatica: “perché stavo cercando di gestire il casino lasciatomi dal sistema finanziario e quindi ogni cosa a suo tempo.” Purtroppo però il detto “il tempo è galantuomo” in ambito finanziario e strategico non è valido e Marchionne è un uomo accentratore, è lui la Fiat, la strategia viene dettata unicamente da lui, ma è un uomo solo al comando con i limiti che ne comporta anche solo a livello temporale come si evince anche dalle sue stesse parole nell’intervista.
Ma torniamo all’intervista soffermandoci sul perché domandavo proprio nel 2009. Esattamente 6 anni vi era l’ingresso ufficiale di Fiat in Chrysler con il 20%, ma già ad inizio anno quando era stato scritto il primo memorandum d’intesa scrivevo nell’articolo http://www.gruppohainz.it/fiat/accordo-fiat-chrysler/ dell’opportunità e necessità di realizzare una nuova piattaforma per i segmenti D ed E sportivi e relative derivate da destinarsi inizialmente destinata a Maserati ed Alfa Romeo per poi successivamente condividerla.
Anche dopo l’acquisizione della prima quota di Chrysler e la presentazione del primo piano di rilancio ribadivo nel novembre del 2009 con questa analisi http://www.gruppohainz.it/chrysler/piano-quinquennale-chrysler-per-il-segmento-e/ la necessità di tale nuovo pianale sportivo con l’opportunità di posizionare il motore dietro l’asse delle ruote anteriori (vedasi l’articolo dell’aprile 2008 http://www.gruppohainz.it/alfa-romeo/erede-159-linee-guida-per-una-vera-alfa-romeo/) così come la necessità di realizzare un “Piano ponte” con una berlina media sportiva e relativa station Alfa, una D europea dell’epoca sui 4,5 metri o per meglio dire un segmento C berlina di oggi (anticipando quindi CLA e A3 berlina) e un’eventuale ammiraglia Alfa sul pianale LX di Chrysler 300 (di fatto quello che è stato fatto per Ghibli).
Ma perché cominciare nel 2009 a progettare la nuova piattaforma a trazione posteriore e analizzare la concorrenza? Innanzitutto la progettazione è complessa, costosa e bisogna pensare a tutte le possibili evoluzioni (basta pensare alla possibilità di realizzare una variante ibrida o un Suv Jeep sulla medesima base), ma soprattutto ci vuole tempo. Nell’articolo parlavo della possibilità di arrivare sul mercato in grande stile nel 2013, ora siamo nel 2015 e la Giulia non arriverà neanche nei concessionari prima della primavera del 2016 se andrà bene! In questo modo non si sarebbe lavorato “24 ore su 24” per rispettare le tempistiche (che probabilmente saranno disattese) oltre alla realizzazione di tentativo di varie parti, ma soprattutto si sarebbe già da tempo sul mercato.
Se poi parliamo di costi ovviamente bisogna considere quelli relativi alla cancellazione di 3 proposte della media Alfa da parte di Marchionne come riportato nell’articolo del 2012 http://www.gruppohainz.it/alfa-romeo/alfa-giulia-a-trazione-posteriore/ e il ripensamento della piattaforma inizialmente impostata e sviluppata dagli uomini Chrysler in America per la media Dodge a trazione posteriore, il cosiddetto D-RWD. Non ultimo pensiamo anche a quanto è stato fatto e cioè il pianale Maserati realizzato partendo dall’LX di Chrysler 300, questo pianale poteva non essere realizzato, potevano essere risparmiati (o investiti in altro) qualcosa come 500-700 milioni di euro per lo sviluppo di tale piattaforma senza contare le economie di scala maggiori che si sarebbero realizzate visto l’utilizzo di un unico pianale per Ghibli, Levante, Giulia e derivate (compreso il Duetto), ammiraglia Alfa e relativi Suv medio e grande oltre all’eventuale Quattroporte. Oltre a ciò con un pianale unico la linea produttiva per tutti questi veicoli sarebbe già pronta in quanto sarebbe la medesima di Ghibli, Levante e Quattroporte (date le esigenze si sarebbe realizzata probabilmente a Mirafiori). Riempiendo Mirafiori vi era spazio per qualcosa di più “esotico” da realizzarsi a Gruglisco come per esempio Granturismo, Grancabrio, Alfieri berlina e cabrio che potevano essere eventualmente realizzate sulla piattaforma della California (ricordiamo che quest’ultima doveva essere inizialmente una Maserati).
A livello di impianti anche Cassino riceveva qualcosa e cioè il remake di 156 berlina e Sportwagon che avrebbero aumentato considerevolmente la saturazione dell’impianto produttivo, le economie di scala della piattaforma C-US-Wide, dei motori, dei cambi e della componentistica (ricordiamo come Marchionne nei primi anni puntasse molto sulla saturazione degli impianti e sulle economie di scala delle piattaforme come riportato anche nelle presentazioni istituzionali). Vi era anche la concreta possibilità di realizzare anche un Suv medio a cavallo tra Q3 e Q5 (sino ad oggi non è presente in tutta la gamma FiatChrysler). Tutti questi modelli avrebbero comunque incontrato i favori del pubblico privato e non (quante 156 ci sono ancora in giro?! E che abbassamento di livello delle auto aziendali in questi anni di crisi!), Alfa avrebbe anticipato la concorrenza tedesca (penso al Q3 e alle berline per non parlare delle station in arrivo solo ora) e mantenuto i clienti di 159 e 156 (ricordiamoci sempre una delle regole del marketing sul costo della riconquista dei clienti).
A livello motoristico non si sarebbe evoluto il 1750 turbobenzina in alluminio realizzando sin da subito il nuovo 2,0 da montare anche su 4C e si sarebbe magari partiti per la realizzazione di un motore modulare benzina e diesel turbo inclinato sul lato di 30° (analogamente a quanto fatto da Bmw (montato trasversalmente con lo scarico posteriore). Per quanto riguarda i cambi uno dei motivi del ritardo di Giulia potrebbe essere la realizzazione “in-house” di un cambio manuale e un doppiafrizione nella medesima campana come fatto con il C635 (speriamo a 7 marce come Porsche) e del cambio Zf specialmente se si volesse posizionare più in basso gli organi meccanici, tale criticità l’avevo già riscontrata nell’ottobre del 2007 nell’articolo http://www.gruppohainz.it/alfa-romeo/layout-pianale-hainz-alfa-dal-libro-di-chirico-l-alfa-e-le-sue-auto/ (dove avevo individuato anche in un segmento C TP da 4,4 metri stile Giulietta) e nel dicembre 2009 nell’ennesimo articolo sul rilancio dell’Alfa http://www.gruppohainz.it/alfa-romeo/piano-di-rilancio-alfa-romeo/.
Se Marchionne avesse seguito questa strada precisa, unica e lineare che avevo delineato nel lontano 2009 ora ci ritroveremmo una gamma completa Alfa con una sorta di segmento C berlina e station in commercio da 4 anni, un Suv Alfa medio da almeno 3, ma anche molte auto realizzate tutte sul nuovo pianale modulare come per esempio Quattroporte, Ghibli, Levante così come il Duetto, berlina e Sportwagon media Alfa, l’ammiraglia Alfa (forse anche una station) e il Suv grande con economie di scala enormi!
Analizziamo ora cosa è stato fatto.
Inizialmente Marchionne decise la fusione completa tra il marchio Chrysler che produce auto con stile americano e Lancia che rappresenta il granturismo italiano, il risultato fu il rebadge puro di 300C venduto dopo poco tempo in “sottocosto” a km Zero a 25’000€, eppure Chrysler vendeva bene in Europa la precedente generazione della 300C in versione berlina, ma soprattutto la station incredibilmente assente ora ( tra l’altro veniva venduta anche in America come Dodge Magnum e i manager Chrysler si erano ricreduti sulla decisione di non riproporla).
Il buon successo delle rinnovate Charger e Challenger rispetto al segmento D e al segmento C con l’anonima Avenger e Dart aveva indicato agli uomini Dodge la strada per il successo di Dodge: auto sportive con il DNA americano a trazione posteriore; ovviamente per le sole Dodge un pianale specifico sarebbe stato economicamente insostenibile così successivamente al buon andamento delle vendite delle nuove Maserati nel corso del 2013 e soprattutto agli ottimi margini di queste Maserati realizzate sul pianale LY2 Chrysler completamente stravolto per realizzare delle eccellenti Maserati, Marchionne decise di cambiare ulteriormente il Piano affidando lo sviluppo del nuovo pianale fatto sino ad allora da Dodge ad ristretto gruppo di persone sotto la guida di Philippe Krief alla fine del 2013. Gli ingegneri italiani di fatto ripartirono da zero con il progetto per poter realizzare la miglior Alfa possibile, ciò sicuramente porterà ad un innalzamento tecnico della piattaforma, ma comporta un ulteriore perdita di tempo e di soldi visto che di fatto si riparte un’altra volta da zero.
Sembra quindi evidente come in FCA ci sia una guida fortissima, eccezionale dal punto di vista finanziario ed M&A (merge and acquisition), ma non vi sia un guida forte per quanto riguarda la strategia dei prodotti, di fatto manca un vero “Car guy” che affianchi Marchionne nella gestione operativa.

Enzo Ceroni – Hainz 04/06/2015
http://www.gruppohainz.it/alfa-romeo/marchionne-e-il-pianale-giorgio/

P.S. Abbiamo parlato sino ad ora dal 2009 in avanti, ma sin dal 2006 si sono susseguiti tutta una serie di Piani con continui cambi di strategia, anche in tali anni avevo sottolineato la necessità di un partner con cui condividere i costi e fare economie di scala individuato inizialmente con Tata e Jaguar così come un partner anche per i motori V6 diesel e benzina.


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5 Commenti

  1. Come non essere d’accordo, virgole comprese? Ottima analisi. Il tempo non è galantuomo infatti in questi casi: speriamo sia l’inizio di un nuovo capitolo degno del Marchio.

  2. Ciao come mai tutto questo tempo dalla presentazione per pochi eletti all’arrivo nelle concessionarie? Ma la variante station è vero che al momento non è prevista ma sarà fatta dopo primi dati di vendita positivi? Stanno realizzando nuovi cambi, beh spero che il nuova doppia frizione e non supporti ben più dei 350 nm di coppia dell’attuale. Altrimenti i motori che si stanno sviluppando sarebbero castrati come il 2.0 170 cv per.far reggere la coppia al cambio. Un ultima considerazione, spero che sia l’auto sia.sviluppata come si deve anche sotto l’aspetto dell’infotainment.

    • Da un lato vogliono cogliere l’occasione dell’Expo e dei 105 anni di fondazione dell’Alfa e dall’altro lato sono in ritardo con lo sviluppo. Purtroppo la station è in forse perché andrebbe bene solo in Europa e ragionano pensando che le persone acquisteranno al suo posto il Suv, io credo che non tutti optino per i Suv oltre al fatto che tra la commercializzazione della “Giulia” a quella del Suv passerà un pò di tempo (sicuramente di più di quanto preventivato dai vertici) perdendo quindi vendite ed economie di scala. Non sono informato sui cambi, non si sa nulla e qualcuno si è sbilanciato sulla possibilità che lo Zf a 8 rapporti non sarà montato perché non ci sta fisicamente; purtroppo non so se sia vero anche se mi sembra difficile. Sicuramente dal punto di vista delle coppie massime i cambi saranno pensati adeguatamente almeno questa volta anche perché in questo caso non si può castrare un motore così tanto e la base tecnica sarà utilizzata in seguito anche da Dodge. Anche io spero che montino dei sistemi di infotainment adeguati alla concorrenza, anche se la cosa importante è prima la base tecnica valida perché quella se la sbagli sono guai almeno per i prossimi 7 anni.

  3. Se la base tecnica sarà sbagliata tali errori si ripercuoteranno anche sui successivi modelli che andranno ad usare tali tecnologie. Io credo che la base tecnica non sarà sbagliata anche perché con tutta la cattiveria che si possa avere, le auto del gruppo non sono mai state da meno per quanto riguarda capacità tecniche alla concorrenza. Prendendo la 159 come esempio, si può vedere che auto hanno tirato fuori da quel scarso telaio cadillac (se ricordo bene). Un auto che seppur spremuta dall’ing. Paolo Massai sulla pista ha sempre risposto in modo eccezionale alle sollecitazioni. Non ci è stato modo di farle perdere contatto con asfalto, farle fare un testacoda. Quindi se allora le auto Alfa Romeo venivano sviluppate al risparmio, ora con tutti i proclami e come sembra la voglia e i fatti di fare auto con un certo vantaggio tecnologico il team Alfa adesso tirerà fuori un portento.

    • Anche io credo che questa volta non falliranno anche perché capacità tecniche, soldi, strategia di prodotto e volontà di tutti coincidovo verso un prodotto a livello della concorrenza più agguerrita. Per quanto riguarda 159 è stata la somma di vari fattori: l’ostracismo alla trazione posteriore, la mancanza di visione della possibilità di realizzare una nuova piattaforma a trazione posteriore/integrale per Alfa e Maserati, la volontà di riduzione costo a svantaggio del prodotto e gli accordi con GM sia per quanto riguarda i motori che per l’imposizione di una piattaforma che poi non ha avuto seguito in Saab e altri marchi (quando vi era la possibilità per Cadillac). Sebbene tutto ciò 159 è stata ancora una volta un riferimento per le trazioni anteriori così come lo era 156, ovviamente ha pagato la confuzione in Fiat, i cambi di programma così come la necessità di portarla in produzone in tempi brevi e quindi mancato sviluppo (specialmente trazione integrale).

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