Alfa Romeo Nuvola, la concept che mi fece appassionare

Alfa Romeo Nuvola al Museo di Arese di Enzo Ceroni

Articolo del settembre 2010 presente in forma originaria nel gruppo Hainz di google.

L’Alfa Romeo Nuvola è una concept-car presentata da Alfa Romeo nel lontano 1996 al salone di Parigi. All’epoca ero ancora un ragazzino con tanti sogni ma già l’Alfa nel cuore e questa fu l’auto che mi fece capire che in Alfa c’era qualcosa che non funzionava (anche perché non vi fu un seguito produttivo).

L’auto era un coupè a due posti assolutamente innovativo, soprattutto per l’epoca, in quanto aveva un pianale spaceframe in alluminio modulare da cui si poteva ricavare addirittura una berlina! [Una vera rivoluzione per l’epoca!]

Quest’estate leggendo il libro “Il mito Alfa” ho scoperto come quest’auto sia stata realizzata dagli ultimi appassionati Alfa rimasti alle dipendenze Fiat. L’idea è di Walter De Silva che si appoggia a a Egger per la progettazione virtuale e ad altri alfisti come Jacoponi e Merlini, capo dell’Innovazione del Gruppo Fiat che destina parte dei soldi destinati al progetto Spaceframe che darà origine alla Multipla per la Nuvola, ma anche i meno conosciuti Favilla, Giavazzi, Jecker, Masera, Perini e Piccone.

L’auto fu pronta, ma a quel punto non si sapeva come presentarla ai grandi vertici. L’occasione fu la nomina di Cantarella ad amministratore delegato così venne portata a Torino e presentata. Cantarella non la volle rossa, probabilmente per non far concorrenza a Ferrari. Così, come capita spesso, la genialità italiana trovò il rimedio in una notte, si ideò il colore “azzurro nuvola” che poi è l’unico ricordo di quest’auto arrivato in produzione.

Ma un’altra peculiarità poco conosciuta è la configurazione meccanica di quest’auto: cambio in blocco con il motore, disposti longitudinalmente dietro l’asse delle ruote anteriori in modo da centrare ed abbassare il baricentro sfruttando la compattezza del motore V6 2500cc biturbo anche se è presente la trazione integrale. 

E’ incredibile notare come senza conoscere questa realizzazione sia arrivato a pensare ad un pianale modulare analogo per le Alfa di oggi per di più con la stessa configurazione tecnica che presentai nel seguente articolo del 2008 Erede 159, linee guida per una vera Alfa Romeo e che ho ripresentato integrandolo con le possibilità offerte dall’integrazione con Chrysler a fine 2009 Piano di rilancio Alfa Romeo

E’ un vero peccato che in Fiat non abbiano preso sul serio questa realizzazione che avrebbe potuto cambiare completamente non solo la storia dell’Alfa Romeo negli ultimi 15 anni, ma anche quella della stessa Fiat. Anche oggi questa tecnologia potrebbe essere riutilizzata per creare un nuovo pianale modulare che possa essere utilizzato per un Suv, una berlina Maserati e una spider due posti sia Maserati (una coupè-cabriolet) che una Spider Alfa con il tetto in tela. Successivamente si potrebbe adottarlo anche per una berlina Alfa.

Ci sono anche altri esempi di queste concept alle “spalle” della dirigenza come la stessa Alfa Romeo 8c competizione di cui vi parlerò prossimamente o l’Alfa Romeo Diva, spider prestata dalla carrozzeria Stola ma di fatto ingegnerizzata all’Elasis di Pomigliano e probabilmente disegnata dal Centro Stile.

Non bisogna poi dimenticare anche un’altra Alfa pensata dal geniale De Silva: la Proteo, basata sul pianale della 164 aveva trazione integrale, ruote posteriori sterzanti ma la cosa incredibile è che era la prima coupè-cabriolet dell’era moderna (siamo nel 1991, quindi ben prima della Mitsubishi 3000GT coupè-cabriolet).

Enzo Ceroni – 15/09/2010

P.S. Finalmente ad aprile 2010 sono riuscito a rivedere il museo di Arese, che, purtroppo, è chiuso nel fine settimana a meno che non ci siano particolari manifestazioni (come per il forum di AutoPareri!)! La scelta di tenerlo chiuso al weekend è assolutamente inaccettabile, quand’è che gli Alfisti possono portare i propri figli a vedere le Alfa? Come potranno appassionare i propri figli a questo glorioso marchio?

Personalmente “sacrificherei” il sabato mattina per tenerlo aperto imparando tutto ciò che la nostra guida, Mario Lodola, ci ha raccontato.

Vorrei anche sottolineare come il Museo Alfa non riesca neanche a contenere tutte le auto in possesso del Museo, il cui valore su ruote è il più alto tra tutti (si parla di oltre 500 milioni di euro) e che per fortuna e grazie al lavoro di alcuni alfisti è stato legato indissolubilmente alla cittadina di Arese, perciò non sarà spostato a Torino.


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