Fiat: Suzuki era il partner ideale

Suzuki Kizashi rear 20100717
Creative Commons License photo credit: M 93

Sin dal 2006 con l’articolo Alleanza Fiat-Suzuki molto fattibile ho sempre sostenuto che un partner ideale per Fiat fosse la giapponese Suzuki, per di più ribadito nell’articolo del 2010 Alleanza Volkswagen-Suzuki in seguito all’alleanza, ora ai ferri corti, tra Volkswagen e Suzuki che avrà esito solo nel 2013 in tribunale.
Dall’arbitrato potremmo aspettarci la separazione ufficale di Suzuki da Volkswagen con la possibilità di un’allenza tra l’azienda nipponica e Fiat, ovviamente, però, Marchionne non può permettersi un rischio così elevato ed è anche per questo motivo che ha iniziato a stringere rapporti con Mazda siglati da “memorandum d’intesa”, del resto Marchionne è un bravissimo giocatore di poker capace di eccezionali “bluff” ed è riconosciuto universalmente che la concorrenza faccia abbassare il prezzo, fisico e non, e ne aumenti i vantaggi per colui che potrebbe anche correre da solo (FiatChrysler).

A tutte queste considerazioni bisogna aggiungere che Suzuki potrebbe subire scalate in seguito all’acquisizione di Suzuki stessa del 17% di proprietà di GM (riduzione dal 20 al 3% a fronte di una spesa di 2 miliardi di dollari) e ora alla possibile cessione da parte di Suzuki del 10% attualmente in mano a Volkswagen, si tratta pur sempre di una società sana, ben distribuita nel Mondo e con la quale l’azienda italiana aveva già collaborazioni fruttuose come la realizzazione della Sedici (gemella della SX4) prodotta da Suzuki nell’impianto ungherese di Esztergom e la fornitura dei motori 1,3 e 1,9 diesel, per di più recentemente rinnovata con l’ampliamento anche al 1,6 diesel. Con essa Fiat avrebbe potuto già da tempo realizzare un Suv medio che potesse condividere un pianale del segmento C così da sostituire il vecchio pianale a trazione posteriore e motore longitudinale di GranVitara non condiviso con altre auto. Tale piattaforma sarebbe potuta essere la base comune per tutte le auto di segmento C/D come la Kirashi e la berlina Dodge Dart superando molto velocemente il milione di unità vendute, cosa molto importante per avere un buon margine come rimarcato dallo stesso Marchionne nell’“investor day” (a fine settembre a Londra e a New York il 28 e 29 novembre 2011). Non a caso Suzuki vende già ora qualcosa come 2,5 milioni di auto nel Mondo ed ha una forte presenza in India con la consociata Maruti, mercato che potrebbe essere riaperto a Fiat dopo la poco fruttuosa collaborazione con Tata (di cui parlerò prossimamente), il cui gruppo per di più è diventato un concorrente nei segmenti luxury con Jaguar e nel fuoristrada con Land Rover.

Ma un possibile ulteriore sviluppo potrebbe avvenire con la condivisione della piattaforma Small-US-Wide non solo per l’erede di Sedici e SX4, ma anche per la creazione di una hatchback Suzuki intermedia tra il segmento B e il C da realizzarsi sulla medesima piattaforma modulare Fiat che sarà utilizzata per l’erede della Grande Punto, così da posizionarsi al di sopra di Swift che, nella nuova versione, non raggiunge i 3,9 metri (3,85 metri per la precisione).
La collaborazione potrebbe avvenire anche per i cambi manuali e a doppiafrizione come la famiglia C635 oltre ai motori V6 che fino a poco tempo fa Suzuki acquistava da GM e che incredibilmente non è presente sulla Kirashi in America. Inoltre con Fiat Suzuki potrebbe pensare di sostituire la collaborazione con Nissan per il pick-up Equator utilizzando basi Ram e sfruttare l’esperienza Chrysler per la realizzazione di un nuovo e più fortunato grande Suv, erede del poco apprezzato XL-7 su base GM non più prodotto.
Le premesse per un buon accordo ci sono tutte, anche perché Suzuki ha sicuramente apprezzato l’alleanza FiatChrysler fondata sul rispetto tra i due partner al contrario della precedente “conquista” tedesca di Daimler e all’arroganza tedesca di Volkswagen con Suzuki stessa.
FiatChrysler insieme alla Casa giapponese potrebbe sin da ora superare la famosa soglia dei 6 milioni di unità vendute ed avere ingentissime economie di scala; sul piatto della bilancia Fiat potrebbe però giocare un’altra carta, se la separazione di Suzuki da Volkswagen non fosse veloce la Casa italoamericana potrebbe puntare su “un piano B”: cercare l’alleanza di Mazda, più piccola e maggiormente slegata da Ford che possiede solo un 4% del capitale.
Più che una fusione tra queste due società tra Fiat e Suzuki potrebbe nascere un’alleanza molto stretta fondata su una fitta rete di collaborazioni. Si sa, infatti, come Suzuki voglia rimanere autonoma, ma abbia altrettanto bisogno di motori diesel e anch’essa condividere i costi di sviluppo, ricerca a acquisto così come è già avvenuto in India dove la società FIAL (società al 50% di Fiat e di Tata) che produrrà 100’000 motori diesel per Maruti-Suzuki. Se persino due acerrime rivali come Bmw e Mercedes si siano accordate per un fronte comune per l’acquisto di componentistica, perché non dovrebbe farlo Suzuki?

Ma Marchionne ha sempre stupito e messo in concorrenza tutti e tutto, ci sarebbe, quindi, un’altra possibile alleanza mirata: quella del gruppo coreano Hyundai, chissà se i contatti sono già avvenuti per la fornitura dei motori diesel sull’erede della Kia Opirus (che potrebbe cambiare nome in K9), anche se la Casa coreana preferisce la propria indipendenza. Opel, da canto suo, potrebbe essere un’altra preda, ma risulta essere legatissima a GM alla quale fonisce piattaforme e auto praticamente già pronte per il rebadging e, chissà perché, non è stata ceduta, sebbene operi in Europa dove la tassazione è decisamente elevata (e se da anni a questa parte avesse deliberatamente pensato di accollare i costi e quindi i debiti su Opel quando le auto vengono prodotte in tutto il mondo con marchio Buick?)

Enzo Ceroni – Hainz 05/10/2012

N.B. Da notare come ora FPT fornisca il motore diesel 1,3 anche alla nuova Chevrolet Aveo oltre che a Opel e a Suzuki.


«
»

Taggata come: , , , , , , ,

Invia una Risposta