Alfa Romeo 8C, una concorrente scomoda
Appena venne presentata la concept Alfa Romeo 8C Competizione al salone di Francoforte del 2003 tutti si chiesero quando sarebbe stata costruita tanto era definita e ben realizzata; i vertici non sapevano cosa rispondere, perché tale auto era stata realizzata nel silenzio e nella penombra di alcuni distaccamenti, zone dimenticate dai vertici ma non dagli appassionati.
Il managemet era imbarazzato, anzi all’interno di Fiat (e non solo) c’era una certa opposizione in quanto non si doveva concepire un’Alfa con tale posizionamento, troppo vicina e in competizione con Maserati e Ferrari. Per fortuna Marchionne, insediato ai vertici due anni dopo, non era contrario alla realizzazione di quest’Alfa e decise di produrla, sebbene lo sgarbo era costato caro a coloro che l’avevano concepita e pensata.
A livello produttivo l’auto aveva una sua logica perché andava a riempire il più possibile l’impianto Maserati a Modena che iniziava a soffrire il calo delle vendite dovuto alla fine del ciclo di vita della 4200GT e alla sostituzione con la più grande Granturismo, inoltre utilizzava la base tecnica della vettura che andava in pensione e le sue linee di produzione, permettendo, quindi, di ammortizzare meglio il costo degli impianti. Sebbene fosse stata fatta questa scelta la produzione limitata a 500 pezzi della versione coupé, i costi elevati della “catena del valore” Fiat e il pricing effettuato hanno portato ad un conto economico del progetto in leggero passivo tanto che, per recuperare, si decise di posizionare ad un prezzo decisamente superiore la versione Spider prodotta sempre in tiratura limitata a 500 unità.
Da un punto di vista di marketing un’auto del genere doveva costituire la testa di ponte per tornare prepotentemente nel mercato americano in modo da poter spingere altre vetture con il medesimo spirito che, però, non arrivarono o che la anticiparono (come 159). L’unica auto che ne ha seguito l’estetica da vicino è stata la MiTo, addirittura sin troppo fedele alle linee della sorella maggiore che calzano a pennello su una volumetria bassa e larga come quella di una sportiva, non ad un’auto che per forza di cose condivideva molto con Grande Punto. Oltre a questo l’assenza della versione a cinque porte (in Fiat pensavano che chi voleva la cinque porte si sarebbe orientato sulla più concreta Grande Punto), la cancellazione della versione sportiva GTA e l’assenza di una gamma completa forte e articolata hanno decretato l’insuccesso di questa operazione e soprattutto di MiTo. Un vero peccato perché questa volta Fiat aveva anticipato la concorrenza di Audi A1.
Speriamo perciò che Fiat affianchi all’imminente 4C una gamma completa di auto con delle caratteristiche di sportività riconosciute su entrambe le sponde dell’Atlantico che facciano concorrenza a Bmw, perché si sa che la concorrenza fa bene al mercato.
Enzo Ceroni – Hainz 07/12/2012
http://www.gruppohainz.it/alfa-romeo/alfa-romeo-8c-una-concorrente-scomoda/
Per motivi di campanalismo quelle persone in silenzio realizzarono quell’opera d’arte e che succede vengono licenziati? Invece di incentivare la passione, la voglia di fare che nel gruppo ce n’è tanto bisogno.
la strategia questa sconosciuta!! fiat sono almeno venti anni che non la ha, la 8C ne è un altro esempio.
la fiat per alcuni segmenti ultimamente è andata per intuizioni e non per programmazione faccio alcuni esempi: 500, mito, thesis, delta, bravo, multipla. ha creato il modello e poi non ha sviluppato la gamma, penso alla mancanza di una bravo 3 porte oppure alla delta a tre porte. solo la 500, che all’inizio non si voleva neanche produrre, oggi ha una programmazione, ma solo visto l’incredibile successo.
che fa la concorrenza? programma la gamma, penso alla a1 alla mini, alla tt, tutte con gamme pensate e sviluppate. fiat lancia modelli apre mercati (penso alla multipla ed alla musa) e poi brucia il modello perché non lo sviluppa. possibile che non si riesca a copiare la concorrenza facendo un minimo di programmazione? era difficile pensare la mito(o anche la ypsilon vecchia serie) fin da subito in fase di sviluppo a 5 porte?
Non credo che fossero difficili da pensare, forse il problema erano i costi che potevano non essere coperti. Fiat pensa sempre alla sovrapposizione tra le auto, per esempio con Ypsilon si saranno sicuramente chiesti quante persone l’avrebbero comprata solo in versione 5 porte perché in gamma Fiat c’era la Punto per chi voleva spazio non capendo che c’era la possibilità di persone che volevano qualcosa di più rispetto alla Punto a 5 porte.
si ma a mio avviso se sono un compratore della ypsilon vecchia serie a tre porte non è che mi compro la punto 5 porte…. infatti io ho aspettato finché non è uscita la ypsilon 5 porte…..
la fiat ha troppa paura di una possibile concorrenza interna tra i modelli, ma a mio avviso senza senso, ad un alfista magari gli piacerebbe la mito 5p ma non è che visto che non la fanno si fa la punto, forse è probabile che passi alla a1 5p….
tra parentesi con le linee produttive a farfalla (ma un tempo lo faceva es thema, croma, 166, ecc) fiat potrebbe produrre modelli diversi di marche diverse secondo la domanda del mercato, mi sbaglio?
E’ esattamente quello che penso io, io ho riportato il ragionamento che si fa in Fiat. La paura della concorrenza interna che, come dici giustamente tu, non ha senso ha portato ad una Lancia semimorente e ad un’Alfa troppo simile alle Fiat nell’alto di gamma. Pensa alla volontà di riposizionare Lancia dopo l’acquisto di Alfa e la spersonalizzazione e l’omologazione di quest’ultima per ottenere il massimo delle economie di scala (che per carità servono e infatti sono un sostenitore ma dipende sempre anche come le fai e in che situazione/segmento).
L’idea della produzione a farfalla è proprio l’idea di andare oltre al già vantaggiosa idea di produrre tutta la serie di vetture di una piattaforma sulla medesima linea produttiva, ma di produrre auto di differenti piattaforme.
Con la loro paura della concorrenza interna non capiscono che comunque i clienti a prescindere dal modello e marchio comprerebbero sempre una delle loro auto, andando a togliere clienti alla concorrenza. Invece così si ha una gamma spoglia e la concorrenza sentitamente ringrazia.
sante parole, chissà se fiat tornerà a proporre auto sullo stesso segmento ma di marche differenti come quando fece il coupè fiat ed il coupè alfa o spider fiat e spider alfa, e magari se in futuro le tornerà coraggio, ma sto sognando ad occhi aperti, potrebbe fare una fulvia spider/coupè tipo clk (in fondo sarebbe un….
Se pensi che oggi fiat non ha tre volumi da offrire (la 159 è ormai morta) e non ha avuto neanche il coraggio d’importare in italia la Linea (ne ho vista giustappunto una stamattina targata romania…) che forse avrebbe tolto qualche auto alla skoda..
Come spesso mi sentite ripetere penso che il giusto sia una via di mezzo considerando la situazione economica attuale e la situazione che si è venuta a creare in seguito alle scelte fatte tra il 2005 e il 2009, penso che oggi si debba prima andare ad inserirsi nei mercati in cui si è assenti e appena dopo (quindi non a distanza di anni) completare la gamma dei vari marchi.
Scusate ragazzi…ma vi faccio altri 3 esempi di diversificazione..
Gruppo Calzedonia: Calzedonia-Intimissimi-Tezenis-Falconieri
Gruppo Inditex: Zara-Massimo Dutti-Pull and Bear-Bershka-Oysho-Stradivarius e l’indipendente Zara home
E scusatemi ancora se qualche lettore ne sarà risentito ma ho appena letto che Youporn non è sola ma della stessa Holding fanno parte anche: Pornhub-Brazzers-Twisty’s-MyDirtyHobby
Questi sono solo alcuni esempi di gruppi giganti come Indetext o altri che studiano e mettono a punti strategie che si rivelano vincenti..
Non esistono sovrapposizioni..esistono invece scelte di prodotto nate dalla paura di perdere la propria sedia.E questa paura la si sconfigge solo se il gruppo è….
L’ho scritto più volte qui, che in Fiat ci sono state e ci sono tuttora persona che hanno paura di fare scelte “originali” per via di perdere la comoda poltrona che hanno. Enzo lo ha scritto proprio in questo articolo, il progetto 8C è nato grazie ad un gruppo di persone, persone che come ringraziamento hanno avuto mi sembra il licenziamento.
Bisogna avere oltre delle belle auto anche un’offerta di propulsori valida e variegata. Io comunque continuo a vedere un buco nella gamma, sia diesel che benzina. A mio parere nei benzina mancano motori dopo il 1.4 perchè si arriva subito al 1750 che è ad alte prestazioni bisognerebbe mettere un 2.0 (tralasciano i tiger shark che non mi sembrano validi per l’Europa) e 2.5, per collegarsi al 3.2 e 3.6 V6 Pentastar. Nei diesel tra 2.0 e 3.0 farei uscire (come sembra sia in procinto in VM) un 2.5. Se poi in qualche modo si riuscissi ad ad avere il controllo di Mazda si potrebbe integrare nei motori del gruppo anche la tecnologia skyactive.
Pensa che la Fiat di qualche anno fa senza Chrysler era come un gatto che si mordeva la coda: auto alla quali mancavano dei motori e motori che non avevano volumi sufficienti per essere economicamente sostenibili. Per il 1750 penso che non ci siano problemi a realizzare versioni d’ingresso anche da meno di 150cv pieni di coppia, il problema è che mancano le auto su cui montarlo anche se su una sorta di erede della 156 ci starebbe penissimo il 1,4 turbo; mentre sulle potenze elevate la nuova versione in alluminio penso possa accontentare molte persone, certo che se questo nuovo 1750 con il nuovo basamento in alluminio fosse pensato anche per una versione da 2,0 di cilindrata saremmo veramente a posto visto che si va verso 2,0 turbo sempre più potenti (ed eventualmente twinscroll), ma rimane sempre il problema delle auto su cui montarlo e soprattutto dei cambi che reggano potenze e coppie adeguate.
Per il diesel sono assolutamente contrario a motori per auto da 2,5 litri, penso che sia molto più adatta una versione bi-turbo del 2,0 Fiat che girava già al banco, mentre per i veri fuoristrada che richiedono un altro tipo di erogazione il 2,5 sarebbe valido, così come i motori per i furgoni o i commerciali.
Con Mazda si presenterebbe l’ulteriore problema di uniformare i motori, già ad oggi ci sono tre famiglie di 4 cilindri che spaziano dal 1,4 F.i.r.e. al 2,0-2,4 Tiger Shark, se ci mettiamo anche i validi Sky-Activ ci sarebbe un motore in più il cui costo di sviluppo sarebbe da ammortizzare.
Se si vuole coprire quei segmenti premium dove il gruppo non è qui presente da troppo tempo non basta avviare lo sviluppo di modelli di auto ma anche di propulsori. Secondo me il problema di uniformare i motori sarebbe un problema che entro poco tempo (dai 3 ai 5 anni) si risolverebbe. La durata di vita dei motori tranne qualche eccezione nel gruppo Fiat – Chrysler sarebbe breve, quasi tutte le unità sono in produzione già da qualche anno, il problema sarebbe di natura economica nel breve ma nel lungo periodo il tutto verrebbe a tutto vantaggio, se i motori sono già ampiamente validi così come sono pensa integrando la tecnologia skyactive.
Per me Mazda è un boccone troppo ghiotto per farselo scappare.
Sicuramente Mazda sarebbe un bel colpo e condivido che servono anche motori rinnovati e allo stesso livello della concorrenza. I motori durano molto di più di 3/5 anni anche nelle altre aziende, spesso però sono più bravi a cambiare nome o sigla e aggiornarli continuamente a piccoli passi pensando però a quello che avrebbero fatto su quelli nuovi.
Il 3/5 anni sui motori era riferito all’ammortamento dovuto per uniformare tutti i motori visto che sono in giro già da anni al max la loro vita sarà di un altro paio di anni tranne qualche eccezione.