Maggior inte(g)razione tra guidatore e auto

Nokia N95 + GPS (working good in Tripoli-Libya)
Creative Commons License photo credit: Tark Siala
Le auto di oggi fanno di tutto, dal massaggio alla schiena a leggerti gli sms, ci manca solo che sotto al poggia braccio centrale ci sia una macchinetta del caffè e poi siamo a posto (quest’ultima idea era stata scritta prima dell’avvento della macchina del caffè come optional sulla 500L).

Viene sempre più a mancare l’interazione tra guidatore e l’auto, eppure con poche informazioni si potrebbero avere ottimi miglioramenti. Prendiamo ad esempio la rigenerazione del fap dei motori diesel che avviene più o meno ogni 1000km, la centralina rileva lo stile di guida utilizzato e in funzione di vari parametri fa partire la rigenerazione del filtro; non sa, però, nessun dato su quello che avverrà, così capita che utilizzate l’auto per andare al lavoro ogni giorno a cinque chilometri di distanza e in ogni tragitto il motore tenti una rigenerazione aumentando consumi e inquinamento, al quinto giorno si accende la spia e dovete portarla in officina a sostituire l’olio e fare la rigenerazione forzata del filtro. Eppure sarebbe bastato poter scegliere quando effettuare la rigenerazione per evitare questo inconveniente, anche perché, magari, al sabato andate a fare una gita fuoriporta o semplicemente accompagnate vostro figlio alla partita di pallone a 15 km di distanza o in autostrada nel cui percorso risulta decisamente facile e poco costoso in termini di consumo in più.

Lo stesso sistema di integrazione di informazioni sul percorso è altrettanto valido per le auto ibride di cui ne avevo parlato nell’articolo del giugno 2009 Ibrido Fiat, il più furbo, ancor più per quelle che usciranno come la versione plug-in della Prius nella quale la batteria ha una capacità maggiore.
Evidentemente la gente non si rende conto di quanti parametri vengano monitorati dalle centraline dei motori e quante informazioni vengano registrate, ma soprattutto di quante possibilità vi sarebbero. Eppure anche per il consumo il parametro fondamentale risulta essere il guidatore; non immaginavo, ma salendo in auto di amici e conoscenti mi sono reso conto che molti non utilizzano una guida accorta ai consumi, non sanno farla, non vogliono o non sono abituati ad essi come nel caso di chi ha da sempre guidato benzina aspirati. Devo quindi ricredermi sull’utilità delle spie “cambio marcia” che alcune auto hanno di serie o come optional, sempre, però, che gli interessati le guardino.

Sempre in ottica riduzione dei consumi l’integrazione del navigatore e di un sistema di scambio dati tramite gsm permetterebbe non solo di monitorare il traffico e di segnalare pericoli o l’avvicinamento di altre auto, ma anche di valutare l’utilizzo reale delle auto come velocità, tempi e percorrenze settimanali così come la possibilità di registrarne i profili di viaggio per valutare nuove tipologie di auto, di motori e di cambi sia al banco, ma soprattuto tramite la simulazione al computer.

Enzo Ceroni – Hainz 06/09/2012


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11 Commenti

  1. Ciao Enzo, potresti scrivere un articolo su come poter consumare di meno guidando l’auto e soprattutto indicarci se il classico mettere in folle ci aiuta a risparmiare oppure no.

  2. In questo ambito e vista sempre la maggior diffusione e sofisticazione di apparati elettronici e quindi software con cui sono costituiti i veicoli di oggi e soprattutto di domani, non mi lascia tranquillo illato sicurezza. Cellulati/smartphone/tablet/pc che si interfacciano con auto, auto sempre connesse ad internet, ma la vulnerabilità dei sistemi delle auto siamo sicuri che siano alti? Si potrà rapire una persona hackerando la propria auto? Da un lato la tecnologia deve andare avanti ma di pari passo anche le contromisure volte a non far bucare i propri sistemi. Pensate ad un sistema che vada in crash (tablet/smartphone per esempio) e che collegato all’auto faccia perdere al veicolo la capacità di far qualsiasi cosa, perchè la centralina che controlla il sistema è “occupata” da chissà quale processo. Qui ho esasperato un pò i concetti per far pensare a queste cose, cose che mi auguro siano state prese molto seriamente da chi poi venderà o vende questi prodotti (auto).

    P.s. speriamo non facciano come le banche, spingono per l’home banking ma i loro sistemi sono bucabili per la gioia dei consumatori.

    • Bisognera studiarli a prova di hacker, ma penso che i vantaggi possano superare decisamente gli svantaggi. Ovviamente poi penso che si dovrà valutare come separare i comandi da queste centraline connesse.

  3. Faccio una provocazione: e se invece le case automobilistiche tornassero alle origini e facessero un’auto semplice senza troppa elettronica eliminando peso ed accessori? Mi viene in mente un’auto come la 127 che, avevo letto da qualche parte consumava molto di meno di tante auto attuali oltre al fatto che chiunque meccanico ci sapeva mettere le mani e soprattutto quanto spazio c’era!!!

    Ps ovviamente la devono fare verde! 😉

    • Sicuramente vi è la necessità di realizzare auto più leggere per poter consumare di meno, ma il problema è che in pochi rinuncerebbero alla sicurezza e ai tanti optional di cui sono dotate le nostre auto come ad esempio il clima, gli air-bag, il servosterzo e i finestrini elettrici…. Comunque sia il vantaggio di Fiat è che produce e vende auto anche in Brasile e nel Sud America, mercati nei quali si bada al sodo, perciò là ci potrebbe essere la produzione di un’auto senza fronzoli da vendere sul mercato interno e da esportarla anche in Europa.

  4. Renault con la dacia ci è riuscita e oggi non è in perdita grazie a lei. Concordo con te sull’importare dal Brasile (la uno è carina per esempio) e la Fiat un tempo lo faceva tramite il marchio innocenti, non capisco perché non lo continua a fare

    • In effetti con l’utilizzo del marchio Innocenti Fiat riuscirebbe a proporre sul mercato italiano auto più spartane, il problema è l’appeal di questo marchio, gli investimenti in termini di pubblicità, ma soprattutto il fatto che è un marchio praticamente conosciuto solo in Italia.

  5. Su innocenti hai ragione è conosciuto in Italia, ma rispondimi: quante persone prima di 5 anni fa pensavano di andare a comprare una dacia? E chi è che in Europa conosceva quel marchio oltre ai rumeni? È tutta questione di marketing e soprattutto di concessionari se hai una rete capillare le auto le vendi, guarda come è cresciuta lancia in Europa (parliamo di grandi percentuali ma comunque piccoli numeri) con l’annessione della rete jeep e cry, certo anche la y ha contribuito.

    • Sicuramente Dacia era praticamente sconosciuto, ma è un marchio facile, come dicono gli uomini di marketing è “smart”. Non so se Innocenti possa essere altrettanto, come suona in Inghilterra? E in Germania e Francia? E come lo pronunciano in Russia?
      Condivido la tua idea sulla rete di vendita, è assolutamente fondamentale, infatti il fatto di avere un rete capillare in America (oltre ad economie di scala e impianti da riempire perché sottoutilizzati) e non sfruttarla con un marchio forte come Alfa è veramente incomprensibile! Oltre all’esempio di Lancia pensa anche alla Dodge Jounrey che vendeva piuttosto bene con il marchio dell’Ariente, ma con il restyling e con il marchio e la rete Fiat fa faville!

  6. Vero dacia ha un nome Smart ma immagino che Fiat possa sicuramente resuscitare qualche marchio altrettanto Smart pensa proprio alla Smart ormai conosciuta da tutti e creata dal nulla. Potrebbe ad esempio creare il brand economico “idea” in fondo Fiat ha il copyright ed è anche una parola inglese, pensa a quante soluzioni e giochi di parole potrebbe fare il marketing. Ed io non lavoro nel settore…. Se solo Fiat avesse un po’ più di coraggio!

    Sulla rete a mio avviso Fiat rischia parecchio perché ormai ha troppi pochi modelli e se continua così molti concessionari o chiudono o cambiano marchio perché non hanno prodotti da vendere (pensa ai concessionari alfa…). Marchionne sarà bravo con i numeri ma ha dei limiti nel non comprendere che senza prodotti perdi clienti e concessionari.

    • Potrebbero pensare al marchio Itala, però c’è anche Autobianchi e Innocenti, tutti marchi chiusi. Fiat ha ottime idee di marketing, perciò penso anche io che avrebbe buone possibilità e ritengo Itala un buon nome (ovviamente da valutare internazionalmente sia come pronuncia che come appeal). Comunque l’investimento di Renault è avvenuto nel momento giusto, così da cogliere al volo le necessità attuali di auto concrete.
      Sul fronte dei modelli già da anni penso che Fiat avrebbe dovuto completare la gamma e riempire stabilimenti e saturare linee produttive ottenendo buone economie di scala, ma sono altrettanto convinto della validità di non effettuare i lanci dei nuovi modelli se quelli precedenti continuano a vendere discretamente come ad esempio GrandePunto&co e come è stato Panda e Ypsilon.

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