La scomparsa di Sergio Pininfarina e dal ramo produttivo della sua azienda
Da pochissimi giorni ci ha lasciato una fra le più grandi matite italiche, Sergio Pininfarina, figlio di un certo Battista Farina soprannominato Pinin: è incredibile come la sua scomparsa sia di pochi mesi successiva allo stop alla produzione dell’azienda che ha contribuito a far crescere e a passare dalla dimensione artigianale a quella industriale.
E’ un momento veramente triste per il Mondo dell’auto perché si conclude l’epoca dei designer-carrozzieri, dalla sua azienda sono usciti progetti bellissimi passati successivamente alla produzione come l’indimenticabile Giulietta Spider e al disegno della successiva versione ribattezzata Duetto che tra restyling e aggiornamenti durò per 28 anni.
Non bisogna poi dimenticare il doppio filo che intercorse non solo con Lancia, ma anche con Ferrari, legame che dura tuttora, poiché i rami di progettazione, design e la galleria del vento non sono stati intaccati dalla crisi e dalla conseguente sovracapacità produttiva delle varie Case.
In parte la sorte della produzione era segnata visto lo scarso successo di alcune auto prodotte negli impianti di San Giorgio Canavese, di Grugiasco e di Bairo. Prodotti che non avevano avuto un buon successo spesso non per motivi di cattiva produzione, ma di design e/o di errata strategia per la quasi totalità dei casi non imputabili all’azienda piemontese.
Partendo dalle ultime produzioni si incontra la bellissima Brera e la relativa Spider realizzate a San Giorgio Canavese, due auto che avrebbero dovuto avere ben altri posizionamenti sia a livello di prezzo che di meccanica (trazione posteriore), perché allora non utilizzare il pianale e le relative linee di produzione della Maserati 4200GT che dopo poco sarebbe state “abbandonate” per l’arrivo della Granturismo o una versione più piccola di quest’ultima piattaforma? L’auto sarebbe stata molto simile al concept di Giugiaro e avrebbe avuto ottimi motori V8 modenesi, ma forse qualcuno in Ferrari non avrebbe gradito un po’ di concorrenza (sebbene si poteva riposizionare leggermente più in alto Maserati con l’adozione di versioni turbosovralimentate). Nell’impianto di Bairo, invece, Pininfarina ha prodotto la versione coupé-cabriolet della Mitsubishi Colt, il modello non era così bello e sportivo come la 206 CC a cui si ispirava, così da decretarne un insuccesso. Continuando con le cabrio non bisogna dimenticare un altra auto che non fu apprezzata e prodotta sia a Bairo che a Grugliasco, si tratta della Ford Focus Vignale, un’altra auto che non ha avuto un grande successo non solo a causa dell’estetica, ma anche del segmento in cui si inseriva, troppo grande per essere la seconda auto (piccola sfiziosa) e troppo piccola per essere considerato un rivale della eccellente serie 3 coupè-cabriolet per di più con un marchio “popolare”, oltre al fatto che personalmente la ritenevo poco maschile.
Ma Pininfarina è sempre stata un’azienda molto innovativa, anticipatrice tanto da andare a progettare e produrre nello stabilimento di Bairo Canavese il primo mini Suv, il Mitsubishi Pinin. L’idea era vincente, ma veramente troppo in anticipo con i tempi.
Con la chiusura di alcuni di questi stabilimenti vengono lasciati a casa molti operai particolarmente efficaci e flessibili, in alcuni casi però sembrava che la produzione potesse continuare come nel caso dell’impianto di Grugliasco passato nelle mani della nuova De Tomaso di Rossignolo, peccato che i 900 operai siano ancora in cassa integrazione. Una sorte migliore è andata per il momento al piccolo impianto di Bairo che conta 60 dipendenti affittato alla società Cecomp legata al gruppo Bollorè e indirettamente a Pininfarina per la produzione della Bluecar, una citycar elettrica che purtroppo non risulta essere così bella come la concept ma ha la grande idea di utilizzare un supercondensatore come “buffer” tra batteria e motore elettrico come spiegato nell’articolo dell’agosto 2010 Previsioni e motivi sulla diffusione delle auto elettriche.
L’auto elettrica era un’ottima opportunità per Pininfarina e probabilmente gli eventi sarebbero andati diversamente se oltre alla produzione di auto di successo vi fossero stati programmi di città come Roma, Milano e soprattutto Torino per un car sharing di questa piccola auto elettrica, esattamente come sta facendo Bolloré a Parigi. Probabilmente quest’ultimo è l’unico ad essere interessato a rilevare l’azienda di Cambiano, sarebbe un altro pezzo d’Italia che viene acquisito da un’azienda estera.
Enzo Ceroni – 06/07/2012
Non bisogna dimenticare anche la prematura scomparsa del figlio Andrea che aveva preso il posto di Sergio alla guida di Pininfarina e che è scomparso poco tempo fa alla guida della sua Vespa andando a lavorare in pieno agosto.
Famiglia che ha fatto la storia. Oggi purtroppo è finita anche la De Tomaso. Chissà che quelle voci su Fiat intenta a preparare un’offerta per la Pininfarina alla fine non si concretizzi anche per rispondere alla vw (con giugiaro).
Speriamo, ma mi sembra dura. La cosa migliore a livello finanziario sarebbe un acquisto da parte di Chrysler, così da accollare i costi dello sviluppo dei nuovi modelli per l’Europa sempre sul marchio americano. Comunque mi sembra difficile che si possa avverare l’acquisto da parte di Fiat, sia per la volontà della famiglia Pininfarina che avrebbe venduto il ramo produttivo che è poi andato in fallimento sia per il possibile interessamento di Bolloré.
Comunque spero di essere smentito, anche perché così si otterrebbe un binomio eccezionale specialmente per Ferrari, Maserati e Alfa…
Enzo non c’entra niente con il post (anche se la mia ammirazione per la Pininfarina Ti è nota ) però volevo metterti una pulce nell’orecchio che ho da un pò di tempo (e magari ti dò l’input per un nuovo post? xD ).
Fiat cerca alleanze, con Mazda, Volvo, altre papabili possono essere Renault, mentre marchi come Citroen, Peugeot e Opel sono ben distanti da qualsiasi accordo.
Il punto è, volendo condividere motori e pianali con le tre sopracitate (o altre), non è un limite il fatto che Fiat sia rimasta con la disposizione classica del motore inclinato in avanti, mentre aziende come Mazda ne fanno un vanto delle loro nuove generazioni di motori con lo scarico posteriore, ed il motore all’indietro? (Ergo, certe alleanze non sono un pò impossibili con le attuali meccaniche Fiat? Quelli hanno investito e mai tornerebbero indietro – ad esempio Mazda mai e poi mai rinuncerebbe allo Sky-activ – mentre Fiat purtroppo si sà… quando si parla di bilanciamento dei pesi o di “diverse disposizioni del motore”, che sia TA o TP fà sempre orecchie da mercante…) Tu che ne pensi?
Con Mazda è possibile la condivisione soprattutto nel segmento B e in questo caso potrebbero essere dotate del motore diesel 1,3 FPT che è eccezionale, questo potrebbe implicare una piattaforma Fiat e quindi con scarico anteriore, ma è possibile che con l’introduzione in futuro di un rinnovato motore Small 1,3 diesel si possa optare per lo scarico posteriore per contenere gli inbombri, modifiche che dovrebbero avvenire anche al motore F.i.r.e. anch’esso in fase di rinnovamento. Vi è un però, so infatti che il 1,8 turbo in alluminio evoluzione del Pratola Serra ha lo scarico anteriore e quindi penso che l’eventuale piattaforma comune sarà pensata per la doppia disposizione, si perde un pò in ottimizzazione del veicolo, si ha un baricentro un poco più in alto e un cofano più lungo, ma soprattutto tempi di warm-up più lunghi, perà si ha il vantaggio di una parete parafiamma meno costosa. Per auto come Punto e per il segmento B sono importanti i costi, mentre per marchi come Alfa e segmenti che crescono (anche “B plus” come MiTo e GPunto) penso possano essere rilevanti gli aspetti dinamici.
Sul segmento C il problema è ridotto se la piattaforma è pensata anche per motori V6, ma vi è anche la possibilità di avere il pianale per il segmento C adatto per i soli 4 cilindri mentre per la variante del segmento D con cofano più lungo per alloggiare i V6 e penso che Mazda possa essere interessata ai V6 Chrsyler/FPT visto che non ne dispone per l’America a meno di rifornirsi da Ford.
Penso comunque che arriverà l’accordo per la condivisione del pianale di segmento B anche se quello Fiat è decisamente grande, è più un “B plus”, quindi spero che stiano sviluppando una versione più compatta e leggera per poter avere due modelli nel segmento B: un’auto sui 3,9 metri nuova per Fiat ma non per Mazda e una sui 4,05 per sostituire Grande Punto e avere una nuova Mazda che andrebbe anche bene al mercato americano soprattutto se si inserisse anche una versione berlina (quindi anche per Dodge). A proposito so che Mazda sta sviluppando un impianto produttivo in Messico, tale impianto sarebbe perfetto sia per Mazda che per Chrysler per produrre le auto di segmento B per l’America e, come Mazda, per il Sud America.
Io vedo molto bene un accordo con Volvo anche se dietro c’è Geely con la quale Fiat non ha dei buoni rapporti, peccato però che un accordo sarebbe stato eccellente prima che Volvo impostasse la sua nuova piattaforma SPA (scalable platform architecture) e i nuovi motori modulari a 4 cilindri VEA (Volvo environment architecture) che dovrebbero essere benzina e diesel tra 1,6 e 2,0 così da svilupparli assieme (da notare che Volvo dovrebbe mantenere lo scarico posteriore) e che probabilmente sfrutterà il vantaggio dell’ibrido 4×4 dato dalla trazione anteriore con motore trasversali abbinato ad un motore elettrico posterio che ha maggior abitabilità. A livello di produzione l’occasione Volvo con la volontà di produrre in America potrebbe essere l’occasione di riempire sino alla completa saturazione gli stabilimenti americani e di spostare la produzione per l’Europa in Italia (vedasi Lancia e Suv/berline Alfa).
Un accordo con Renault è impossibile visto che l’azienda è francogiapponese essendo Renault-Nissan che ha un marchio Infiniti molto forte in USA oltre alla stessa Nissan, senza poi dimenticare gli accordi che quest’ultima ha con Damiler (Mercedes):
Confermo, Volvo ha lo scarico posteriore.
Enzo, buon weekend! 😀
(Ps se non mi vedi più su Facebook è perchè ho deciso di disiscrivermi momentaneamente, per dedicarmi al 101% al mio Blog).
Fiat – Chrysler dovendo ingrandire ed impostare (e solidificare la sua posizione) la sua struttura ha diversi “obiettivi”, non dimentichiamoci che si sta giocando anche una partita con vw per l’acquisto di Navistar.
Con il discorso sugli obiettivi dove vuoi arrivare? Importantissima l’occasione Navistar, sarebbe ottimo per Fiat Industrial che ha già una leadership nei motori diesel e potrebbe aumentare le economie di scala.