Le mie previsioni errate

Nissan Juke Crossover Small SUV SL 2012
Creative Commons License photo credit: Tropic~7

Articolo dell’ottobre 2010 presente in originale nel gruppo Hainz di google.

Se mi seguite da un po’ vi sarete accorti di come molte volte mi è capitato di fare previsioni e di suggerire certe scelte strategiche a Fiat che si sarebbero rivelate molto utili. Posso citare ad esempio la scelta di comprare Aston Martin per farne un “polo del lusso” con Ferrari (ma soprattutto per condividere i costi e fare economie di scala) o nel 2006 di allearsi con Suzuki (ne parlerò prossimamente).

Altre volte, invece, non vi è stata occasione per parlarne come nel caso della progettazione dell’Alfa 166 che avrei realizzato con la trazione posteriore (sarebbe stato perfetto il pianale modulare della Nuvola), della Thesis che avrei progettata insieme ad un partner (per esempio GM per sondare un possibile accordo e per sviluppare assieme un motore V6 diesel). Ci sono poi articoli praticamente pronti che non hanno ancora visto la luce come nel caso della progettazione della 159, ma che sono sul mio pc da mesi (alcuni anche da anni) e che aspettano un’occasione per essere pubblicati.

Ovviamente non sono Nostradamus e di previsioni e considerazioni errate ne ho fatte (e non poche). La più lampante è sul motore 1,4 t-jet di Fiat. All’epoca stavo facendo lo stage ad Arese e prendevo parte allo sviluppo del motore 1750 “turbobenzina” che, come il F.i.r.e. T-jet, era turbosovralimentato, ma che in più aveva anche l’iniezione diretta. I vantaggi di tale scelta mi erano già chiari prima di entrare in FPT (grazie al professore Piccone di progettazione meccanica di motore) perciò anche sulla scia dell’entusiasmo scrissi che era un errore non progettare il 1,4 T-jet senza l’iniezione diretta. E invece questa mancanza è stata vantaggiosissima sia per la limitazione dei costi di produzione e di riparazione (non che tale motore sia più difettosi degli altri!) sia per la facilità con cui Fiat l’ha adattato al gpl sfruttando gli incentivi e, ora, al metano. Vi era poi anche la volontà di adottare il Multiair che, purtroppo, è stato concepito inizialmente non per l’iniezione diretta.

Ma i miei errori non finiscono qui. A livello di venite non avrei mai pensato che moltissima gente avrebbe comprato un Suv senza avere la trazione integrale (Nissan Qashqai) o che si spendessero oltre 1000€ per il parabrezza“Zenith” delle Citroen C3 ( un parabrezza più ampio che arriva fino alla testa del conducente). Ma, più di tutto, non potevo immaginare che la gente potesse comprare la Peugeot 3008; non ho nulla contro le Peugeot, ma sinceramente non pensavo che così tanta gente avesse gusti tanto particolari.

A queste si aggiunge oggi un altro mio errore di valutazione che riguarda il piccolo Suv Juke che Nissan ha presentato pochissimo tempo fa. Con questo Suv il marchio giapponese entra nel segmento dei suv compatti (del segmento B per intenderci) e sostituisce in parte la Nissan Micra, quest’ultima infatti è diventata una world-car con un profilo cliente più “basso” e concreto che guarda al sodo (la nuova piccola è ora prodotta in India nello stabilimento di Chennai). Il nuovo Juke si è rivelato essere un vero successo in Giappone tanto che le stime di vendite di 1300 vetture al mese sono state di 7 volte inferiori alle vendite effettive nel primo mese di commercializzazione. Questo piccolo Suv ha replicato anche in Europa per la quale Nissan ha dovuto rivedere le stime dato che si immaginavano prudentemente circa 70’000 esemplari l’anno; le richieste, invece, sono state decisamente superiori tanto da imporre il terzo turno produttivo nell’impianto inglese di Sunderland dove viene prodotto assieme all’altro suv dei record: il Nissan Qashqai!

Enzo Ceroni – Hainz 10/10/2010


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11 Commenti

  1. I miei complimenti alla Sua capacità di autocritica. Difficilmente si incontra in questo ed altri settori. Anzi, si preferisce addossare a qualcun altro i propri flops! Addirittura un Ministro del Governo tecnico, dopo una sua molto infelice dichiarazione, ha detto che era “stato frainteso!”.
    Diverse case automobilistiche spendono molti soldi in pubblicità tendente a “pilotare” le scelte del potenziale Cliente.
    Però molti “pseudo-venditori” riescono ad inficiare il rapporto col potenziale acquirente e vanificando tutti gli sforzi fatti a monte.

    • Le Sue sono sante parole, e mi dia del tu…non sono così vecchio da meritarmi il Lei o il Voi! Uno dei motivi per cui ho iniziato a scrivere era proprio per dimostrare le mie capacità di previsione dei trend, dei successi ed insuccessi di alcuni modelli e alleanze e/o strategie proprio perché il lavoro che mi piacerebbe fare è lo stratega; ovviamente in alcuni casi mi sbaglio (e di tanto come per il Juke), ma in genere sono una Cassandra al maschile…

  2. Credo che negli ultimi anni la competenza dell’acquirente ‘medio’ nel settore automobilistico sia calata sensibilmente… Meno attenzione alle qualità tecniche e all’utilità del prodotto e grande debolezza ‘psicologica’ nei confronti delle sirene del marketing. Ora… la Nissan Juke fosse nata negli anni 80′ o 90′ (per non parlare dei decenni precedenti) credo non avrebbe venduto, auto sostanzialmente inutile nata per permettere alle dolci signore di salire sui marciapiedi in scioltezza, venduta ad un costo superiore del 40-50% rispetto ad una comune utilitaria segmento B (che sicuramente è molto più comoda e spaziosa tralasciando linee e piacere di guida).
    A mio avviso trionfo del marketing contro il sonno delle capacità critiche generali della massa.

    • Non so tu, ma io ho vissuto a Milano e ti posso dire che non è poi così raro parcheggiare sopra al marciapiede (lasciando ovviamente libero il passaggio) o tra gli alberi, soprattutto qualche anno fa quando c’era il lavaggio strade senza il braccio robotico (che però puliva decisamente meglio!). Ovviamente non ho un Suv e penso di non comprarlo mai, ma il rischio di toccare la coppa non è poi così raro….
      Inoltre vi è anche un lato comodità, prova a far sedere una persona oltre i 65 su una berlina semisportiva, quindi devi aggiungere la praticità di sederti allo stesso livello con il montante A bello alto (quello del parabrezza per intenderci). Non bisogna sottovalutare l’aumento della media dell’età.
      Concordo sulla potenza del marketing e sulla sempre meno importanza degli aspetti concreti, ma l’auto è uno status symbol e in quanto tale è anche molta moda. Bisogna quindi chiedersi come si riuscirebbe a spostare la moda su altri tipi di auto. Forse già sta avvenendo con lo spostamento verso i coupè anche perché bisogna aggiungere la sempre meno natalità e la difficile presenza di famiglie con più di un figlio…. tornando ai coupè vero che anche i Suv stanno andando in questa direzione come dimostrato dall’Evoque e ancor prima dall’X6!

      • Io sono milanese di nascita (Porta Romana) e vi ho vissuto tra Milano e Provincia fino al 1995. Ricordo che quando era prevista un lavaggio strade, spostavano le auto con dei muletti muniti di una piattaforma in legno. Spesso, l’autista ritrovata la propria auto, non si accorgeva immediatamente del danno procuratogli al differenziale o coppa olio. Però se ne accorgeva dopo qualche giorno, e dimostrare la colpa di un addetto comunale erano dolori e perdite di tempo inconcludenti. Oltre alla multa da pagare. Concordo che non è sempre facile fare sedere qualcuno su una vettura bassa, problemi d’età, oppure alle giunture etc. Non capisco perché non si voglia uniformare le vetture taxi. Molte non possono caricare una carrozzina invalidi, nemmeno se piegata. Perfettamente all’opposto di quanto avviene sui Black Cabs a Londra, dove persino il raggio di sterzata deve essere inferiore agli 8 metri!

        • Questa dello spostamento tramite muletto mi mancava! Per i taxi se non ricordo male a New York è scoppiata la polemica per i nuovi Nissan NV200 che non sono adatti al trasporto carrozzine, io penso che nella Grande Mela, avendo deciso per l’acquisto di taxi che sono più simili ad un furgone, sia assolutamente necessario che tali taxi siano adatti anche al trasporto di queste persone.
          Per l’Italia penso che siano necessari un certo numero di taxi di questo tipo, per le altre la possibilità di scelta penso possa essere un vantaggio economico notevole per i taxisti che sono quasi “liberi professionisti” e non assunti dalla società che gestisce i taxi. Già che ci sono vorrei sottolineare come sia assurdo che le licenze vengano passate da taxista a nuovo taxista, è ovvio che i taxisti non vogliano nuove licenze perché quella che hanno acquistato con mutui e il proprio lavoro perdono valore; la soluzione potrebbe essere il riacquisto da parte del comune delle licenze per poi provvedere alla vendita a nuove persone potendo avere quindi un ricarico o la possibilità di variarne il numero senza scendere di prezzo (e vi posso assicurare che la sera non è così facile trovare un taxi e lo si paga a peso d’oro).

          • Una precisazione sull’uso del muletto da parte dell’AMSA. Il muletto aveva le forche ricoperte di legno, e posizionate sotto l’assale anteriore o posteriore, a seconda della trazione, permetteva di sollevare da terra, la vettura di pochi centimetri, affinché le due ruote non toccassero l’asfalto, e l’auto veniva rimossa facilmente con solo due ruote appoggiate + muletto. L’auto veniva riposizionata in una via laterale, che quella notte non aveva lavaggio, ma per il proprietario era difficile ritrovarla il giorno dopo (eufemismo). Le cose si sono complicate coi primi antifurti elettronici che ipotizzavano anche lo spostamento. Circa i taxi, condivido pienamente la prassi britannica. Da oltre 50 anni, la sagoma di un taxi black cab non è cambiata molto. Si viaggia comodi, anche per persone con difficoltà motorie, munite di carrozzella etc. Raggio di sterzata sotto gli OTTO metri etc. Ma quello che colpisce di più, è che un’autista di taxi, prima di ottenere la sua licenza, DEVE dimostrare di conoscere Londra, per SEI miglia di raggio, da Charing Cross. Ogni via, incrocio, negozi più importanti etc. Ci vogliono mediamente TRE anni per conseguire una licenza di taxi. Dopo il suo rilascio, incontriamo solo autisti ESTREMAMENTE cortesi e professionali. Questa si chiama “Knowledge” e la può rintracciare attraverso qualsiasi motore di ricerca, oppure:
            http://www.tfl.gov.uk/businessandpartners/taxisandprivatehire/1412.aspx
            In Italia, invece, ogni Comune VENDE le licenze senza minimamente preoccuparsi della professionalità di chi guiderà un taxi.
            A Milano, ad esempio, mi capitò un autista che voleva fare un percorso molto più lungo di quello fatto da me al mattino, accampando diverse scuse.
            Solo dopo un paio di cose da me proferite e minacciate, ricondussera l’autista sul percorso più breve e rapido….

          • Io penso che il taxista che ti capitò fece apposta il percorso più lungo per guadagnarci di più…le strade (ora grazie anche ai navigatori intelligenti) le trovano tutti così come i punti di interesse, però sicuramente professionalità e cortesia spesso non sono presenti in alcuni dei nostri taxisti, a ciò dobbiamo aggiungere anche la mancanza della conoscenza dell’inglese, cosa che diverrà fondamentale nel 2015.

  3. Caro Ceroni, un’altra puntualizzazione d’obbligo. A Londra, un tassista ottiene la sua licenza, dimostrando la propria “Knowledhìge” SENZA l’ausilio di navigatori satellitari (GPS). Deve usare solo ed esclusivamente il suo cervello e le informazioni memorizzate. Anche i percorsi alternativi dati da orari di punta, lavori etc. devono fare parte della sua “Knowledge” se vuole ottenere la licenza. Questa costa cinquanta sterline, ma quanta fatica a monte…. Quando dico che i Comuni italiani le VENDONO (uso un sinonimo) per evitarmi querele!

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