L’importanza del Jerk

Non so quanti di voi sappiano cosa sia il Jerk. Con questo nome viene identificata la derivata dell’accelerazione e cioè come varia l’accelerazione nel tempo, così come, a sua volta, l’accelerazione è la derivata della velocità ed indica la variazione di quest’ultima nel tempo.

Mi sono reso conto di quanto sia sottovalutato questo dato pensando alle auto elettriche, infatti i motori di queste auto riescono ad “accelerare” praticamente senza incontrare resistenza offrendo ad esempio la massima coppia e potenza quasi istantaneamente. Se prendiamo ad esempio la Tesla Roadster, la capacità di accelerare istantaneamente schiacciando il pilota e l’eventuale passeggero al sedile è visibile con un’elevata variazione di accelerazione (soprattutto nei primi istanti) che non è altro che un jerk elevatissimo.

Questa capacità non appartiene ai motori endotermici che richiedono tempo (anche svariati secondi) per arrivare alle massime prestazioni, non a caso molte Case auto stanno cercando di trasportare a livello numerico questa capacità di accelerare per tutto l’arco di giri del motore e per le varie marce.

Incredibilmente, però, il jerk non viene considerato nelle prove delle varie riviste sebbene corrisponda direttamente al “fun to drive” e cioè al piacere di guida, a sua volta collegato al comfort. Per spiegarlo si possono prendere due Alfa Romeo 159, una con il 2,2 jts da 185cv e la seconda con il 1750 turbo da 200cv, la differenza di potenza è limitata e influisce poco su una massa di oltre 1500kg. Se le proviamo in una strada di montagna in cui è possibile andare spediti e superare ci renderemo subito conto di come la versione dotata del 1750 turbo sia decisamente più piacevole in quanto risulta essere decisamente più facile e divertente superare avendo a disposizione una coppia massima decisamente più elevata (340Nm contro i 230 del 2,2 jts), ma soprattutto una facilità maggiore nel raggiungerla. Infatti il guidatore sa di avere una riserva di prestazioni maggiore, questo fa si che oltre ad un maggior divertimento il guidatore si sforzi di meno mentalmente, ottenendo un comfort maggiore. Non è poi detto che la coppia massima superiore sia automaticamente sinonimo di maggior piacere di guida lungo tutto l’arco di giri, possiamo infatti avere motori con elevate potenze e coppie massime ma con turbolag fastidiosi oppure motori che hanno un turbolag praticamente assente, ma che al salire di giri diventano evanescenti (e non sto parlando di motori datati, ma di motori di Case auto famose e rinomate).

Un altro esempio in cui si può vedere l’importanza del jerk è nel comfort. Se qualcuno di voi ha un cane sicuramente avrà cercato di non farlo soffrire nei vari viaggi, infatti ho potuto constatare che con la mia guida rilassata il cane fosse contento e, in alcuni casi, addirittura dormisse, sebbene si stesse percorrendo un valico appenninico. Il segreto, valido anche per gli umani, è nel minimizzare il jerk e cioè cercare di frenare e accelerare in modo più graduale possibile, ma soprattutto impostare le curve decisamente in anticipo raccordandole e “smussando” il più possibile le traiettorie così da non avere variazioni elevate nell’accelerazione laterale. Facendo così vi accorgerete se l’auto che state guidando risulta avere una buon feeling o meno e, siccome andate ad analizzare ogni più piccola variazione dell’angolo di sterzo, vi renderete subito conto se il volante risulta essere vago o se sia comunicativo facendovi sentire cosa succede alle ruote, se l’auto che state guidando rientra in questo secondo caso sarà tutto più facile e soprattutto meno stancante, proverete il tanto sospirato piacere di guida.

Sono, quindi, arrivato alla conclusione che non è tanto la massima accelerazione laterale raggiunta ad infastidire, ma come ci si arriva ad essa (che variazione di accelerazione si ha nel tempo). Questo approccio lo si potrebbe anche applicare al comfort verticale dell’auto, non a caso nel superare i fastidiosissimi dossi rallentatori più si procede piano e meno è elevata la variazione di accelerazione, sebbene gli smorzatori lavorano meno (ma durano di più).


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6 Commenti

  1. molto interessante. mi viene da pensare come il ‘feeling’ con una vettura sia un prodotto geometrico , dalla conformazione e tipo di motore fino alla posizione di guida passando per passo e carreggiata. non posso che ringraziare…

    • Penso che una buona parte del feeling sia emotivo, non a caso le Case auto spendono molti soldi per cercare di separare l’emotività dalla realtà e cioè rendere il più oggettivo un dato come ad esempio lo sterzo ma anche cose più frivole come l’odore degli interni.

  2. chiaramente un’auto non e’ un oggetto statico. vero’ e’ che, talvolta ,ottengono il successo mezzi improbabili, ma , fondamentalmente ,lo studio della geometria trova i suoi estimatori. mi torna in mente l’odore dei rivestimenti di certe macchine francesi, o gli effluvi dal climatizzatore che facevano vergognare il proprietario. la qualita’, se c’e’ ,e’ percepita. e talvolta non e’ nemmeno piu’ costosa. la passione…ti rende!

  3. Interessante, ma la derivata seconda della velocità non è così facile ed intuibile da usarsi praticamente.

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