Estetica e successo

Audi A5 Sportback
Creative Commons License photo credit: AlBargan

Articolo del novembre 2010 presente in originale nel gruppo Hainz di google.

Ho già parlato del successo del Nissan Juke (nell’articolo Le mie previsioni errate ) che piace perché muscoloso, forte, deciso, guidandolo dovrebbe dare (visto che non l’ho ancora fatto e non credo che mi capiterà) una sensazione di sicurezza; notate che ho detto sensazione perché di fatto i Suv non sono più sicuri e robusti ma sembrano più sicuri, mentre, di fatto, hanno un baricentro più alto e si ribaltano più facilmente.

La dimostrazione che questo concetto di auto piace è dimostrato da un piccolo fuoristrada che è l’esatto opposto della Juke: la Mitsubishi Pajero Pinin.
Infatti tale Mitsubishi non ha assolutamente avuto successo anche se era valido, piccolo e comodo. Pininfarina che l’ha disegnata e prodotta per il mercato europeo ha pensato di mantenere intatta disposizione e linea dei precedenti fuoristrada anni ’90 come la precedente Suzuki GranVitara.

Ma ci sono altre auto che per la loro estetica personale e forte hanno avuto un grande successo come nel caso della bellissima Alfa Romeo 156 che seppur a trazione anteriore ha fatto tornare in Alfa tanti Alfisti passati dalle parti di Monaco e Stoccarda. Quest’auto era una vera Alfa perché univa ottime prestazioni ad un buon confort. Oltre a ciò era (ed è tuttora) un riferimento per facilità e bellezza di guida sia al limite che a bassa velocità dove il volante faceva sentire esattamente cosa facessero le ruote, così da impegnare meno a livello mentale il guidatore con il risultato di avere una guida particolarmente rilassante.

Di diverso apprezzamento è stata la Lancia Lybra che doveva arrivare al grande pubblico molto prima e magari con un frontale meno dimesso. Probabilmente se fosse stata commercializzata nei tempi previsti (cosa mai fatta da Fiat a parte Punto e Grande Punto) il pubblico avrebbe avuto altre reazioni perché non era ancora in atto quel processo di gigantismo delle auto oltre ad anticipare la Mercedes classe C che debuttò praticamente contemporaneamente ma era più sportiva e già un filo più grande.

Un altro esempio recente di come l’auto debba essere innanzitutto bella è la nuova Verso S, erede della sfortunata quanto brutta Yaris Verso.

Ci sono poi auto che vengono (o verranno comprate) pur rinunciando a parte della praticità pur di essere più belle e piacevoli. La prima di queste auto è la Mini che rinuncia a posti posteriori veramente abitabili per avere dimensioni inferiori e, quindi, un’estetica e un comportamento più da go-kart. A quest’auto si sono affiancate anche Mercedes Cls e, ora, si affianca la Land Rover Evoque che unisce l’estetica di un Suv sportivo all’abitabilità di una Mini.

Purtroppo tra queste auto non possiamo annoverare l’Alfa MiTo che risulta essere troppo simile ad una Grande Punto e, quindi, troppo alta (per una maggiore abitabilità posteriore) senza essere sportiva. A conti fatti perché comprare MiTo se c’è la Grande Punto a 3 porte? Penso infatti che in parte ha venduto per una questione di numeri, ma che avrebbe sicuramente venduto maggiormente se i manager avessero scelto un’impostazione differente e cioè più bassa, sportiva e senza dare troppo penso ai sedili posteriori.
Ho introdotto il concetto di distinguersi, di differenziarsi. Concetto che è entrato prepotentemente nel mondo dell’auto con la condivisione spinta dei pianali e dei componenti. I tedeschi sono gli unici che hanno veramente compreso questo trend in atto da tempo.

Se provate a guardare per le nostre strade troverete una moltitudine di auto tedesche diverse ma che realizzate sulla medesima base come ad esempio A4, A5 sportback oppure serie 1, serie 1 coupè. Questa scelta è sia dovuta alla necessità di conquistare nuovi clienti e riempire nuove nicchie, ma permette, come detto, di differenziare l’offerta e ai clienti di distinguersi così da non avere l’effetto da “Uno bianca”.

A ciò le case tedesche hanno aggiungono alcuni pacchetti per andare incontro sia a questa necessità di distinzione che per accontentare i desideri di clienti differenti. Il primo esempio che mi viene in mente è Mercedes che ha creato a fianco della versione “Classic” ha creato la versione sportiva “Avantguarde” di Mercedes che incontrano i favori di un pubblico più giovanile. Audi, invece, punta agli allestimenti sportivi e ad auto leggermente differenti per dare un aspetto da Suv come nel caso della A4 Allroad che risulta essere una A4 rialzata senza neanche le sospensioni pneumatiche. Bmw presenta anch’essa vari allestimenti come quello M-sport oltre a cercare di differenziare i vari restyling, un esempio è la recente serie 3 ristilizzata; la nuova versione accanto a interventi alla carrozzeria presenta tutta una nuova serie di cerchi tra cui scegliere in modo da cercare di differenziarle e non ritrovare in giro per la città un’altra serie 3 uguale alla propria.
L’auto, quindi, è ancora uno status-symbol, deve innanzitutto piacere e poi essere funzionale.

Enzo Ceroni – Hainz 30/11/2010

P.S.Non so se avete visto la prima prova di Valentino Rossi sulla Ducati, visto che è rossa perché non sfruttare questa opportunità per utilizzare Valentino come sponsor Alfa? Rossi era un messaggero dell’italianità nel mondo e Ducati utilizzava già auto Alfa Romeo, oltre al fatto che Alfa sponsorizzava la Superbike dove Ducati corre e vince da tanti anni. Purtroppo Fiat ha perso quest’opportunità, infatti l’atelier sportivo Amg di Mercedes sarà da sponsor Ducati.


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