Una partita a 3

Articolo dell’aprile 2009 presente in originale nel gruppo Hainz di google.

Dalle ultime notizie sembra che Chrysler andrà incontro al “Chaper 11”, procedura di fallimento controllata che prevede il congelamento dei debiti per ottenere una società ridimensionata, ma che possa andare avanti. Questa nuova Chrysler non avrà quindi i debiti accumulati con i fornitori e sarà partecipata dal governo americano, dai lavoratori e da Fiat diventando una sorta di “public company”.

Come è stato sottolineato più volte anche dal presidente Obama Fiat dovrebbe entrare nel capitale di Chrysler non versando denaro nelle casse di Chrysler, bensì portando la tecnologia e il know-how che in questi ultimi anni si è costruita attraverso la ricerca.

La mossa di Marchionne è estremamente convincente perché permette a Fiat di diventare un player internazionale senza sborsare un euro e di avvicinarsi ai 5 milioni di autovetture prodotte l’anno segnalata da lui stesso, ma anche dall’a.d. di Volkswagen, come soglia di sopravvivenza.

Inoltre con questa acquisizione Fiat ha l’opportunità di entrare nel ricco mercato americano sia con Alfa Romeo che con la 500. La cosa che, secondo me, risulta ancor più importante è la possibilità di economie di scala che possono esserci tra le due case: Fiat garantirebbe piattaforme a trazione anteriore nei segmenti mediopiccoli, mentre Chrysler permetterebbe di arrivare alla soglia di redditività delle berline di segmento D ed E oltre motori V6 sia diesel che benzina allo studio da parte di FPT.

Sicuramente i vantaggi di questa cooperazione non si vedranno tra un anno anche perché bisogna integrare i programmi delle due aziende e capire i progetti da portare avanti. E infatti sul fronte europeo Fiat ha l’opportunità di costruire le prossime Chrysler nei propri stabilimenti in modo tale da saturare la produzione degli impianti e massimizzare le economie di scala dato che attualmente molte Chrysler e Jeep utilizzano motori diesel VM che potrebbero essere sostituiti con i 4 cilindri diesel FPT.
Le bravura di Marchionne si vede anche nella capacità di lavorare su più fronti contemporaneamente: infatti vi sono indiscrezioni sulla possibilità che Fiat rilevi anche la tedesca Opel dagli ex alleati General Motors.
Proprio dai vecchi accordi Opel ha già sinergie in atto con Fiat sia a livello di motori diesel che di piattaforme come la Corsa, ma senza troppe sovrapposizioni, poiché Opel è forte nell’Europa centro-settentrionale dove la presenza di Fiat è del tutto marginale, mentre nei segmenti Fiat è forte nei segmenti A e B (Panda e 500, Punto e GrandePunto) mentre nel C ha Bravo, Delta e la futura 149/Milano, auto che si vendono bene solo in Italia. Nei segmenti superiori la casa italiana è quasi del tutto assente, poiché 159 vende solo in Italia e Croma è ormai alla frutta. Invece Opel ha appena lanciato la valida Insignia e a breve anche la nuova Astra; ricordo che queste ultime che queste auto montano motori diesel di origine Fiat e che acquistano da FPT il 1,9 diesel biturbo da 190cv.

Non bisogna dimenticare che entrare in Opel significherebbe “metterci mano al portafoglio”, cosa che Marchionne non vorrebbe né potrebbe dato il già alto indebitamento di Fiat.
La soluzione che credo sia la migliore è ricorrere alla cessione di alcune quote sia di Fiat auto che di Iveco, Cnh e New Holland, mantenendone il controllo (per esempio il 60%). Come è stato per Mecerdes cercherei investitori nell’area araba, l’unica che sia esente almeno in parte da questa crisi.

Enzo Ceroni – Hainz 30/04/2009


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15 Commenti

  1. La partita Opel è stata ostacolata con un ostruzionismo che si vede ogni qualvolta un italiano o società italiana scende in campo per acquisire un qualcosa di nazionalità francese e tedesca alla faccia del libero mercato e della concorrenza. A distanza di tempo sembra che i tedeschi si siano pentiti di quella mossa. Alla fine è stato meglio così, non servono altri stabilimenti.

    • Condivido in pieno: nelle altre nazioni oltre ad un patriottismo radicato vi è anche la volontà di favorire le proprie aziende. Su Opel non sono del tutto convinto che sarebbe stato un male estremo, perché con Opel Fiat avrebbe avuto ulteriori e notevoli economie di scala e avrebbe sicuramento chiuso alcuni stabilimenti doppi, inoltre Fiat avrebbe preso il pacchetto Opel+Saab con l’opportunità di tornare a realzzare Saab e Lancia insieme e, quindi, probabilmente Alfa con Chrysler/Dodge. Inoltre avrebbe potuto commercializzare in America le Saab sfruttando la capillare rete di Chrysler.

  2. Bisogna vedere se Gm vendeva Saab oltre Opel, non pensi che Fiat ne sarebbe uscita troppo rafforzata in fatto di tecnologie e dei marchi questo dal punto di vista di Gm. Alla fine ci poteva inserire anche il 50% della VM per chiudere il cerchio. Chudere stabilimenti in germania sarebbe stato un pò dura visto che era anche periodo elettorale.

    • Saab era la palla al piede dell’accordo, tant’è che gli scandinavi non sono rimasti molto contenti della decisione imposta dai tedeschi. In parte Fiat con Opel si sarebbe rinforzata, ma il mercato non è stato assolutamente premiante, inoltre senza tali perdite (anzi con qualche utile dovuto alla vendita), GM avrebbe potuto rimediarle al proprio debito particolarmente oneroso.
      Io penso che se Fiat avesse comprato Opel le chiusure sarebbero state sia in Germania sia in Italia, ma probabilmente le economie di scala che si sarebbero create avrebbero modificato i piani rendendo economicamente sostenibili investimenti che non sono stati fatti oltre a scelte diverse (penso a Lancia con Saab).

  3. Leggendo l’articolo su alvolante la Dart sembra stia trovando qualche difficoltà nelle vendite, si parla di 974 auto vendute, quando la civic in un solo week end fa questi numeri. Una causa potrebbero essere i motori con pochi cavalli per un marchio sportivo come Dodge.

  4. Per un marchio che dovrebbe avere un immagine sportiva una cavalleria più “folta” non farebbe altro che bene, almeno dal mio punto di vista.

    • Condivido in pieno e penso che arriveranno i 4 cilindri turbo su base G.e.m.a. Prima si sono concentrati sui motori attuali e sulla versione Multiair del 2,4 (nel quale si torna ad avere un albero a camme solo proprio per questa applicazione) e poi svilupperanno le versioni più potenti che hanno meno volumi, forse, però, queste versioni avrebbero destato l’interesse del pubblico…..

  5. Peccato che sono motori tutti adattati alle nuove tecnologie del gruppo italiano. Sono curioso di vedere un motore pensato da zero con tutte le tecnologie possibili dagli ultimi iniettori, alle turbine, allo scavenging ecc. Chissà se hanno pensato di mettere sui motori che equipaggeranno le nuove Maserati le turbine di ceramica?

    • Un pò di tempo fa vi era lo studio per il 1,6-2,0 4 cilindri con tutte queste tecnologie (anche turbine twin-scroll), penso invece che vedremo applicato la turbina twin-scroll al rinnovato Pratola Serra con basamento in allumino. Difficile che abbia le turbine ceramiche il motore V6 per Maserati, anche perché si scontrerebbe con le versioni top dei V8….per me sarebbe il motore giusto per Alfa che si potrebbe fermare ai V6, ma purtroppo non si farà una berlina Alfa di segmento E.

  6. In Fiat si studia tanto ma si produce poco, non oso pensare se tutte le idee su cui hanno lavorato fossero state realizzate il gruppo ora come si ritroverebbe.

  7. Oggi su 4ruote ho visto i numeri del gruppo Chrysler, le vendite sono in aumento da 29 mesi conssecutivi, pure la Dart che comincia ad andare a regime ha registrato sulle 3000 consegne, tutti i brand del gruppo americano sono col segno +. Anche Fiat con le versioni della 500 macina vendite su vendite. Sono curioso di vedere il comportamento nel 2013 della 500L su suolo americano.

    • Sicuramente l’andamento economico è buono in USA e lo è ancor più Chrysler, peccato che Dart non stia facendo “il botto”. Speriamo che come 500 abbia bisogno di una spinta commerciale forte per poter attestarsi a livello della concorrenza. Non credo, però, che 500L possa avere successo in USA, penso che farebbe meglio uno spiderino a trazione anteriore come la Barchetta.

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