L’estro italiano

Articolo del giugno 2011 presente in originale nel gruppo Hainz di google.

Le capacità degli italiani nelle situazioni difficili sono riconosciute in tutto il mondo, in questo frangente noi italiani riusciamo ad avere intuizioni e a lavorare come nessun altro. In tutti i campi i nostri connazionali si esaltano, dalla ricerca all’economia (quante figure in finanza) passando per le discipline tecniche ma anche in ruoli manageriali. Sarà forse conseguenza positiva della poca organizzazione e dell’improvvisazione a cui siamo abituati? Probabilmente sì.
Nell’ambiente automotive non si può non citare per primo lo stesso Marchionne la cui abilità finanziaria e la cui strategia non solo ha permesso a Fiat di sopravvivere, ma le ha garantito un futuro.
A livello progettuale ci sono moltissimi esempi di auto realizzate in tempi difficili che hanno avuto un eccezionale successo e permesso alla Fiat di andare avanti; Panda, Uno, Punto, Nuova Panda e anche Grande Punto dimostrano come i nostri ingegneri, strateghi e designer riescano a creare veri e propri capolavori di stile e di ingegno.
Sotto la guida di Marchionne si sono viste grandi progetti e grandi auto come la Fiat 500, un vero capolavoro, ma anche Bravo che è stata realizzata a tempo di record partendo dalla precedente Stilo. Anche Giulietta è da annoverarsi tra questi progetti, un modello che riesce a imporsi nel segmento C e che costituisce un eccellente risultato tecnico: EuroNcap a 5 stelle, consumi molto bassi, confort e handling elevati. In più questo risultato è ancor più impressionante se pensiamo al numero di ingegneri Fiat a cui hanno lavorato su Giulietta rispetto a quelli di altri costruttori (ad esempio Volkswagen per Golf), ai cambiamenti di direzione che ha preso il progetto e ancor più ai tempi reali di progettazione (il progetto era pronto nel cassetto da tempo, ben prima del 2010!).
Ricordo ancora quanto mi riferì qualche tempo fa un amico ex “motorista” nel Gruppo Fiat, anni fa fece i complimenti al capo sviluppo motori Bmw per la vittoria di un loro motore al “Engine of the Year”, l’ingegnere tedesco gli rispose candidamente che si sarebbe stupito del contrario (e cioè di non vincerlo) con tutti gli ingegneri che si occupavano di tale motore! Si comprende, quindi, allora come oggi che la situazione anche nei motori è la medesima di quella progettuale. FPT con pochissimi investimenti è riuscita a battere tutta la concorrenza con un piccolo e intelligentissimo bicilindrico (vittorioso nella categoria inferiori ad un litro nell’ “Engine of the Year”) o un motore benzina con un basamento da diesel che riesce a competere con motori benzina della concorrenza ben più nuovi, più specifici e anche con più budget e tempo.
Mi sembra quindi di capire come gli ingegneri ci “siano” in Fiat, gli strateghi anche?


Enzo Ceroni – Hainz 15/06/2011
http://www.gruppohainz.it/fiat/l-estro-italiano/


«
»

Taggata come: , , , , ,

10 Commenti

  1. Noi italiani per usare gergo calcistico siamo capaci di sbagliare un goal a porta vuota ma anche in grado di realizzazioni impossibili, nessuna altra nazione ha questi pregi e difetti. Nel passaggio in cui scrivi della prova EuroNcap hai scritto 5 stesse invece di stelle. Ricordo che in quel frangente la Giulietta fece meglio della Bmw serie 5 e di altre auto. La Giulietta doveva uscire nel 2° semestre 2008, poi vedendo la crisi che scoppiava hanno deciso di posticiparla al 1° semestre 2009, dato che la crisi poi ha colpito anche l’Europa la Giulietta fu definitivamente rimandata al 1° semestre 2010. Gran progetto ora, pensate se fosse uscita nel 2008.
    Vero che in FPT con quello che li danno fanno miracoli d’altronde come nel CRF, adesso però con l’acquisizione di Chrysler mi aspetto molto ma molto di più, niente più scusanti sia per quanto riguarda lo sviluppo di modelli che di auto. L’unico rammarico è per Lancia (che spero sia solo al momento) relegata ad un ruolo secondario, rimarchiando se economicamente possibili prodotti Chrysler.

    • Vedrò di correggere l’articolo.
      Secondo me Giulietta doveva uscire a inizio 2009 così da poter affiancarle un Suv nello stesso anno oltre ad una sorta di versione berlina e station nel 2010, così da attaccare il mercato premium con un prodotto compatto, meno costoso, ma di qualità e dall’handling e consumi ridotti (Giulietta consuma poco).
      Come già detto il problema di Lancia è Fiat, un peccato perché ci sono e ci sono state persone che hanno saputo interpretare al meglio lo spirito di alcuni segmenti per Lancia (vedasi Musa), ma non hanno colto che nei segmenti superiori bisognava offrire un bel remake di Delta e, ad esempio, la 159 come concetto di auto (dimensioni, disposizione meccaniche, ma non pianale Premium) sarebbe stata perfetta per Lancia (Alfa sarebbe dovuta essere a trazione posteriore/integrale).

  2. Sapevi che in Fiat man mano stanno dotando gli stabilimenti del sistema di montaggio Flex General Assembly?

  3. No mi hanno detto che è una tecnologia finita da poco di sviluppare e che solo lo stabilimento campano e serbo ne sono provvisti.

  4. Avete letto che il fondo di investimenti proprietario del marchio Aston Martin ha dato mandato ad una banca di trovare un acquirente? Sarebbe davvero una grande notizia se Fiat decidesse di acquisirla per migliorare il suo appeal senza dimenticarci delle economie di scala del suo polo del lusso (Ferrari & Maserati). Condividere il costo di sviluppo del suv Maserati per offrirne anche uno col marchio Lagonda o addirittura Aston Martin. Sviluppare tecnologie avanzate da far ricadere in cascata poi sugli altri marchi in primis quello di Arese.

    • Sì. Il problema, però, sembrerebbero i debiti (dovrebbero essere 4,9 miliardi di dollari, cioè oltre 3,5 miliardi di euro), perché il prezzo al quale vorrebbero rivenderla dovrebbe essere il medesimo di acquisto (800 milioni di euro).
      A livello economico sarebbe ottimo per Ferrari, ma forse quel debito pesa veramente tanto, sarebbe quasi meglio che fallisse e che Ferrari acquisisse i diritti del marchio e le sedi che le interessano. A livello produttivo vi sarebbero ottime economie di scala per i basamenti dei motori, cambi, piattaforme e componenti secondari, però ritengo che Aston Martin dovrebbe rimanere nell’ambito delle granturismo, non so quanto il marchio Lagonda possa essere apprezzato, mentre il Suv Maserati lo vedo benissimo (e lo dico da tempo immemore), perché un marchio con posizionamento analogo a Porsche a livello di prezzo.

  5. Ma se si lasciasse fallire la casa, poi non credi che farebbe più gola? Non credi che ci sarebbe quasi un’asta per prendersi diritti sul marchio e stabilimenti ed eventuali brevetti? Vero che il passivo è grande, ma anche Opel ha un passivo enorme (anche se sono di diversa collocazione come marchi) eppure a Fiat fa gola. Ho letto che il fondo di investimenti controlla il 64 % , Ford il 12 % e il restante 24 %?

    • Potrebbe cadere in altre mani, ma quale? Forse Mahindra o Toyota.
      Ferrari ha il vantaggio di non aver bisogno necessariamente di Aston Martin perché il suo andamento economico è eccellente, perciò se riuscisse sarebbe tanto di guadagnato ma non si straccerebbe le vesti se non riucisse ad acquistarla. Per quanto riguarda l’indebitamento è elevato, soprattutto in relazione al fatturato. Aston è controllata dal fondo di investimenti kuwaitiano Dar and Adeem, dallla Prodrive insieme a John Sinders che un grande appassionato e collezionista di Aston e per il restante 12% da Ford come puoi leggere nell’rticolo Perché Ferrari non ha comprato Aston Martin?

Invia una Risposta