Fabbrica Italia – Accordi & produzione

Articolo del febbraio 2011 presente in originale nel gruppo Hainz di google.

In un segmento dell’auto come l’A dove tutti i competitors costruiscono nell’Europa dell’Est, la Fiat, per di più in una situazione complicata, riporta in patria la produzione di un modello ad alti volumi dalla Polonia. Questo, a mio parere, è un vero successo perché anche la grande Volkswagen, sempre presa a modello di riferimento, produce attualmente la Fox in Brasile e la importa in Europa, mentre la sua erede, la Up, verrà prodotta anch’essa nell’Europa dell’Est, a Bratislava.

Ovviamente Fiat non può permettere di avere stop produttivi, scioperi selvaggi e un tasso di assenteismo che arriva anche al triplo della media europea, perciò ha posto delle condizioni per poter riportare la produzione della Panda in Italia e cioè avere una produttività discreta e concorrenziale con quella degli altri Paesi avanza dell’Europa.

Eppure moltissimi hanno parlato di ricatto, di limitazioni alla libertà di sciopero, di turni massacranti e quant’altro. Come sempre, si è preso ad esempio la solita Volkswagen dove negli ultimi quindici anni vi sono stati due scioperi, peccato che non è stato riportata la procedura: il sindacato che vuole scioperare deve raccogliere il 75% delle adesioni tra gli iscritti!

Non pensiate, però, che io sia un esterofilo o un capitalista che vuole produrre tutto nel far-east, come sempre cerco di essere realista e capire cosa si può fare in Italia e cosa no, anche se confesso di essere un fautore del “made in Italy”, guardo persino sei i biscotti sono fatti in Italia!

Ma parlare di patriottismo in Italia è come se si parlasse nel deserto di come un’auto “tenga bene” sul bagnato (vediamo chi sa dirmi la “citazione”), ma guai a togliere la produzione dallo stivale italico, anche se poi coloro che gridano allo scandalo guidano tedesco o francese. Gli stessi operai Fiat spesso guidano auto estere, eppure le Fiat sono decisamente a buon mercato e per loro ci sono anche sconti decisamente consistenti! Tempo fa avevo letto un articolo nel quale veniva riportato un’indagine sulle auto dei dipendenti siciliani di Termini Imerese, purtroppo non ricordo dove l’ho letto, ma ricordo benissimo le conclusioni: veramente in pochi avevano l’auto del gruppo Fiat e pochissimi l’auto da loro realizzata, la Lancia Ypsilon.

La realtà è che gli Italiani sono bravi con le parole, ma non con i fatti. Se vi è un’auto che costa anche 150€ di meno di una Grande Punto, non hanno remore nello scegliere altro. In alcuni casi si è persino contenti di non comprare italiano, perché si pensa che siano fatte da italiani e, quindi, non costruite bene. Addirittura qualcuno compra la Ford Ka al posto della Panda perché è tedesca, peccato che l’auto sia costruita da Fiat ed è una Fiat 500 vestita in modo diverso!
Questo disgusto verso Fiat è insito nella gente, negli Italiani. Si guarda alla Fiat di oggi come se ci fosse ancora Romiti alla guida della Casa torinese e che i bilanci siano salvati ancora oggi dallo Stato, quando da anni a questa parte Fiat non riceve un soldo. Anzi nel 2004, dopo il no del governo a nuove sovvenzioni, Fiat si è rivolta alle banche che sono anche entrati nell’azionariato per poi riuscirne quando fu presentata la 500. La realtà è, quindi, ben diversa.
A ciò aggiungiamo anche che vi è la diffusa convinzione che solo in Italia vi siano le sovvenzione per realizzare nuovi stabilimenti. Degli incentivi per produrre al Sud se ne sono avvantaggiati moltissime piccole e medie imprese che ne hanno approfittato dei soldi di tutti per poi non aprire e intascarseli, qualcuno potrebbe fare nomi in Calabria ma anche esperienze ben più recenti se non attuali. Fiat ha aperto stabilimenti come a Melfi, Foggia, Cassino e alcuni li ha ereditati da Alfa Romeo come Pratola Serra o il Gianbattista Vico di Pomigliano d’Arco, l’unico che andrà a chiudere è lo stabilimento di Termini Imerese nel quale ha prodotto per 40 anni in modo continuativo.

Le Case francesi hanno ricevuto dal governo 6 miliardi di euro di prestiti con un tasso molto favorevole. La Renault, per esempio, ha ottenuto tali sovvenzioni a patto di non chiudere gli stabilimenti; Sarkozy, infatti, ha obbligato la Casa della Losanga a continuare la produzione della Clio in Francia, mentre era stata inizialmente dirottata in Turchia con la chiusura dello stabilimento francese dove veniva prodotta.
Ma i francesi non sono i soli a voler produrre nell’Europa dell’Est, persino la Porsche ha scelto di produrre il primo Cayenne interamente in Cechia insieme al Volkswagen Touareg. Vi sono poi altri esempi di sovvenzioni per nuove stabilimenti, gli inglesi nel 2000 hanno convinto Bmw a mantenere lo stabilimento della Mini ad Oxford con l’esenzione di 5 anni dal pagamento delle tasse, ma non sono i soli visto che hanno “sedotto” anche i produttori giapponesi come Honda, Toyota e Nissan. Quest’ultima tempo fa aveva pensato di rilevare Arese, ma l’elevata burocrazia, la bassa produttività italiana e le sovvenzioni inglesi hanno fatto sì che il gigante giapponese preferisse la Union Jack.

Come detto anche dallo stesso Marchionne non è tanto un problema del costo del lavoro dato che incide per un 8% nel costo complessivo del veicolo, quanto per la produttività, l’assenteismo e la qualità del lavoro. Ed è proprio per la qualità che si è scelto di produrre la nuova Ypsilon in Polonia e riportare la Panda in Italia. Questo ragionamento sembrerebbe cozzare con le capacità innate degli italiani per la qualità, l’alta sartoria e il design. Vi sono molti esempi di prodotti ad alto contenuto sartoriale come divani, oggetti d’arredo, ma anche auto come nel caso di Maserati e Ferrari. Eppure nella nostra cara Italia non siamo in grado di portare questa qualità anche ad auto con volumi maggiori. Bisogna, quindi, lavorare in questa direzione anche perché Fiat e Chrysler metteranno a “disposizione” molti veicoli che potrebbero sfruttare queste qualità come la nuova Maserati “BiTurbo” a Grugliasco o i già annunciati Suv Alfa e Jeep a Mirafiori.

Ma torniamo all’argomenti spinoso e cioè al famoso contratto con i sindacati. Premetto che per me risulta essere veramente difficile parlare di lavoro in quanto l’unica realtà aziendale e operaia che ho conosciuto, da stagista, è quella di FPT. Ad Arese ho visto con i miei occhi operai ed operaie modello e chi se la prendeva decisamente comoda, per non dire di peggio. Eppure entrambi avevano il medesimo stipendio.
Evidentemente bisogna cambiare qualcosa, bisogna introdurre un po’ di meritocrazia e migliorare le condizioni di lavoro degli operai. Infatti ritengo che sia importantissimo che gli operai lavorino bene, non si stanchino eccessivamente, non si facciano male (collegato alla stanchezza) e che siano contenti, perché la produzione è nelle loro mani e la qualità la fanno loro oltre a poter avere idee per migliorare l’auto e la qualità! Le linee di montaggio per fortuna non sono fatte unicamente da robot, ma c’è ancora buona componente manuale che spero si mantenga.

Marchionne non sta lavorando in questa direzione da oggi, ma sin dal suo insediamento a Torino nel 2004! Infatti una delle prime mansioni di cui si è occupato era di ristrutturare parte di Mirafiori nella quale ha cambiato la mensa, ha creato nuove infrastrutture che migliorassero la vita degli operai come un supermercato all’interno dello stabilimento e addirittura un asilo aziendale inaugurato nel 2007, perciò in tempi non “sospetti”:
http://www.lastampa.it/Torino/cmsSezioni/cronaca/200709articoli/4536girata.asp
A ciò va aggiunto il grande impegno nel migliorare le fabbriche e questo approccio è stato portato avanti anche in Chrysler con il WCM (World Class Manufacturing) e cioè un modo internazionale per l’aumento di qualità attraverso il miglioramento del lavoro e orientato sulle persone, un riassunto viene presentato nella seguente presentazione di Chrysler:

Questo WCM è stato integrato anche con il sistema Ergo UAS che mette al centro l’operaio minimizzando i suoi movimenti durante il lavoro e gli sforzi necessari, progettando quindi l’intera linea produttiva per minimizzare gli incidenti, gli sforzi e massimizzare la qualità.
Purtroppo, però, nessun giornale o rivista ha parlato di queste cose, si leggono sempre le stesse storie in funzione del giornale che si legge: ci sono quelli favorevoli agli operai nei quali si raccontano di turni massacranti mentre altri parlano di produttività bassissima e di lavoratori fannulloni, perciò non mi pronuncio. Quello su cui posso pronunciarmi sono sui bilanci (pubblici), sull’analisi dei nuovi modelli e su ciò che è stato fatto e su quello che si poteva fare.

Marchionne è anche stato accusato di ricatto nei confronti dei lavoratori di Mirafiori perché se fosse passato il no nei due stabilimenti sarebbe andato all’estero a produrre queste vetture. Bisogna, però, guardare alla realtà e capire che in alcuni segmenti di mercato iper-competitivi come l’A e il B i margini in alcuni casi non ci sono neanche, perciò quel famoso costo dell’8% della manodopera diventa importante. In altri segmenti, invece, i margini sono più alti e il travaso tecnologico è maggiore e vi sono evoluzioni profonde, perciò in questi segmenti è necessario una vicinanza tra l’ingegneria e la produzione. E’ così per i segmenti C, D ed E dove l’ibrido, i sistemi di aiuto alla guida o i nuovi sistemi per ridurre i consumi arrivano per primi.
Torniamo ora a concentrarci sull’argomento del contendere e cioè il nuovo contratto. Molti si sono fatti un’opinione leggendo quanto scritto sui giornali, io l’ho letto tutto e vi porto la mia chiave di lettura sicuramente opinabile.

La vera novità di questo accordo è che non è tra industria e sindacati, ma tra azienda ed ogni singolo operaio e serve per impedire assenze ingiustificate o “malattie strategiche” posizionate prima di gioni festivi o di pausa.
Ecco riassunti per punti le novità:
– tolta una delle pause di 10 minuti;
– mezzora di pranzo retribuito;
– tre possibilità di turni che potranno essere utilizzati, da10, 15 o 18 turni: 15 turni da 8h per 5 giorni la settimana, 18 turni su 6 giorni la settimana (ma settimana dopo 4 giorni di lavoro), più possibilità di prova turno sperimentale di 12 turni di 10h giorno;
– assenteismo: se nel primo semestre del 2011 sarà superiore 6%, solo allora per assenze ripetute e vagliate da una commissione paritetica per assenze inferiori a 5 giorni che comprendono gioni prima o dopo le ferie o le festività o giorni di riposo non verrà pagato il primo giorno di malattia (questo vuol dire che il primo non viene pagato, ma gli altri giorni vengono regolarmente pagati), se l’assenteismo nel secondo semestre 2011 sarà superiore al 4% i primi due giorni di malattia saranno decurtati;
– straordinario di 120 ore obbligatori (erano 40 per Mirafiori).

Sicuramente il lato positivo dell’accordo è che tutti gli operai confluiranno nella Newco, la notizia cattiva è che per poter iniziare la produzione dei nuovi Suv bisognerà aspettare che la progettazione si concluda, perciò passare attraverso un lungo periodo di cassa integrazione a rotazione in quanto MiTo non ha una produzione elevatissima e Punto Classic esce dal listino.
Quello di cui veramente mi stupisco è la mancanza da parte dei sindacati firmatari di aver imposto nel contratto la sottoscrizione di un aumento salariale certo e legato alla produttività e alla qualità che facesse seguito, quindi, alle parole di Marchionne.

Vi lascio con un piccolo quesito a cui non ho saputo rispondere: una Panda prodotta a Pomigliano venderà di più di una prodotta in Polonia?

Enzo Ceroni – Hainz 23/02/2011 ripubblicato il 17/09/2012

N.B. Come avevo preannunciato Fiat ha acquisito da Penske la metà della VM Motori di Cento che produrrà il V6 diesel per GranCherokee e Lancia Thema. Fiat torna ad avere attività in comune con GM dopo il recente acquisto del restante 50% dell’impianto di polacco di Biesko Biala dove Fiat e GM producevano assieme il 1,3 diesel (ora è Fiat che produce per Opel).
Fiat ha scelto di acquisire la quota di Penske perché così riesce ad aumentare fortemente la produzione di motori diesel in modo da poter disporre dei motori sufficienti per l’aumento di produzione sperato (solo in Italia si vuole passare da 600’000 auto a oltre 1,5 milioni di cui molte di esse diesel visto che si tratta di nuove auto mediograndi e di nuovi Suv). Inoltre VM risulta essere il fornitore di Chrysler per tutti i motori diesel e cioè i 4 cilindri di 2,2 e 2,8 litri e con essa ha sviluppato il V6 diesel di 3 litri Multijet 2 che andrà ad equipaggiare sia la Lancia Thema che il GranCherokee. Tale acquisizione permette a Fiat di poter fare economie di scala sul suo sistema di iniezione Multijet 2 creato e prodotto internamente (Magneti Marelli) e non dalle solite Bosch o Siemens.


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7 Commenti

  1. Complimenti, un’analisi completa e onesta della situazione. Non saprei che altro aggiungere.
    Purtroppo però, benché Marchionne s’impegni così a fondo, la mentalità della maggior parte degli italiani (operai, sindacalisti ma anche i giornalisti e la gente comune) non cambierà mai, a mio avviso. Sperando sempre di sbagliarmi.

  2. La strategia di fiat per i stakeholders è riassunta nella mission:

    http://www.fiatspa.com/it-IT/group/mission/Pages/default.aspx

    La strategia di Volkswagen è riassunta nella mission

    http://annualreport2010.volkswagenag.com/magazine/ourmissionthefuture/ourmissionthefuture1.html

    La strategia di Volkswagen è molto chiara:

    – si esprime un termine temporale (2018)
    – si esprime come (ecologically & economically; invece la strategia di fiat è più nebulosa: tutto dipende dalle oscillazioni di mercato)
    – si esprime anche che cosa vuole diventare (leader)
    – la frase è semplice e molto facile da ricordare (e quindi molto semplice da vedere come strategia finale)

    Per questi due motivi la strategia di Volkswagen è vincente. Mentre quella di Fiat non è chiara (anzi è molto nebulosa)

    Sarà anche buono il WCM ma senza strategia è difficile andare avanti

    • Innanzitutto la posizione è completamente differente (Volkswagen sfrutta ciò che ha seminato e la sua visione globale degli anni passati che ha permesso di essere leader in Cina), ma sicuramente la base è la strategia di Fiat. Prima di Chrysler si potevano lanciare nuovi modelli con gli utili che si stavano facendo (completando la gamma, così da fermarsi in questi momenti di crisi), mentre con l’acquisizione di Chrysler avrebbe dovuto e potuto far partire il rilancio di Alfa con il nuovo pianale modulare per il segmento E, lo stanno facendo solo ora, ma per risparmiare stanno creando l’E-Evo senza le idee innovative per primeggiare sulla concorrenza che è agguerritissima e parte avvantaggiata.

  3. L’E-Evo dove è sbagliato secondo te?

    • Non è che sia sbagliato in se, infatti è comunque un passo notevolissimo il fatto di riuscire a realizzare auto completamente differenti (trazione anteriore/integrale con motore trasversale e trazione posteriore/integrale con motore longitudinale) su una piattaforma comune, ma speravo fosse adottato per Maserati e Alfa (quindi per la versione a trazione posteriore/integrale) con il posizionamento del motore dietro l’asse anterore così da posizionare in basso il motore (ma dovendo realizzare un cambio apposito che non viene sicuramente fatto visto che l’automatico è il conosciuto Zf a 8 rapporti prodotto da Chrysler su licenza).

  4. Le idee innovative che potevano essere implementate in questo nuovo telaio
    quali sono?
    Oggi leggevo di un memorandum d’intesa tra Ford e Gm per sviluppare cambi a 9 e 10 rapporti.

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