Audi A1 & Alfa Romeo MiTo

2011 Audi A1 Sport - NRMA Drivers seat
Creative Commons License photo credit: NRMA New Cars

Articolo dell’aprile 2011

Le discrete vendite di questa piccola Audi dimostrano come il marchio dei Quattro Anelli sia forte e sia capace di vendere una Polo 2.0 (come ho scritto nell’articolo Volkswagen Polo 2.0) ad un prezzo particolarmente elevato senza che nessuno se ne accorga. Come ci riescono?

Innanzitutto le due auto sono concettualmente differenti in quanto la Polo è di fatto una Golf in miniatura e, quindi, trasversale, mentre la A1 è molto più giovanile, sportiva e poco abitabile. Inoltre bisogna riconoscere ad Audi (e ai designer italiani che ci lavorano) la capacità di concentrare tutti gli stilemi delle grandi berline su un’auto di 4 metri senza cadere in facili forzature, ma con un’armonia sconosciuta a parte della concorrenza. Sembrerà poi banale, scontato e soprattutto ovvio, ma le auto le si scelgono per prima cosa per la loro bellezza e successivamente per altri motivi, anche perché risulta tuttora un fortissimo status symbol.

Come ho precedentemente detto l’A1 è realizzata sul pianale della rinnovata Polo, ma i tedeschi sono stati capaci di differenziarla a livello di linee e di scocca così da non farlo percepire ai clienti. La conferma la si ha entrando nell’abitacolo che risulta essere decisamente più bello e ricco della cugina Volkswagen. Inoltre la strategia di presentazione prevede per prima la versione 3 alla quale faranno seguito anche la versione a 5 porte denominata Sportback (come del resto è stato fatto con A3) seguita da altre versioni come una cabrio e un piccolo Suv. Quest’ultimo farà concorrenza alla Mini Countryman e permetterà alla versione hatchback di avere la trazione integrale non prevista inizialmente, poiché la piattaforma non lo prevedeva e le modifiche sarebbero state troppo costose per le sole versioni sportive a quattro ruote motrici. Solo quando arriveranno tutta questa serie di modelli, versioni e varianti potremo fare un bilancio di questa operazione.

Fiat dovrebbe imparare dalla strategia vincente del gruppo Volkswagen, la concorrente MiTo è stata presentata ben prima, ma non ha sfruttato il fatto di essere la prima concorrente della Mini. E’ stata giustamente presentata in versione 3 porte ma non ha quel carattere forte che avrebbe dovuto avere. L’auto è basata sul valido pianale di Grande Punto rivisto nella struttura soprattutto centrale con nuovi materiali. Purtroppo, però, non si è scelto di abbassare il tetto dell’auto per conferirle una maggior sportività, un vero peccato perché riducendo di poco lo spazio a bordo si sarebbe ottenuto una linea spiccatamente sportiva, più congeniale per un’Alfa. L’auto sarebbe stata meno pratica, ma sicuramente esteticamente decisamente più aggressiva e la perdita di praticità avrebbe permesso di immettere successivamente sul mercato la versione a 5 porte che avrebbe migliorato di molto il risultato, un vero peccato anche perché nel gruppo Fiat è già presente la Punto che copre il segmento delle hatchback a 3 porte.

Inoltre dai disegni del Centro Stile Alfa all’auto definitiva l’auto è stata gonfiata come se fosse stato eseguito un photoshop, lo si può notare analizzando le linee dei parafanghi che sono bombati in modo “fumettoso” senza però avere grandi ruote che possano riempire lo spazio. Personalmente avrei concepito i parafanghi ricalcando quanto fatto su 8c a cui proprio MiTo si ispira, eppure da quest’ultima non avrei ripreso i fari ovali che fanno percepire l’auto ancor più alta di quello che è (anche per le normative sull’urto pedone), al loro posto avrei utilizzato fari più aggressivi che allargassero visivamente l’autovettura.

A livello meccanico la vettura ha un buon comportamento di guida anche grazie ad alcune modifiche al pianale e alle sospensioni (molle contrattive), ma forse avrei cercato di far un salto tecnico in avanti adottando le sospensioni posteriori indipendenti tri-link che sono state recentemente presentate addirittura su un furgone: il Doblò! Si potrebbe obiettare che neanche Audi ha sospensioni di questo genere, però vorrei sottolineare come Audi sia concettualmente diversa da Alfa, Alfa non può esimersi da un comportamento su strada eccezionale, Audi è più una granturismo veloce e cioè, come dico sempre, molto più Lancia che Alfa.

Enzo Ceroni – Hainz 10/04/2011


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