Arese e il centro stile
Articolo presente in originale nel Gruppo Hainz di Multiply.
Giovedì 23 aprile 2009 ho colto l’occasione di visitare il Centro Stile Alfa Romeo che attualmente si trova ad Arese. Sottolineo attualmente perché uno degli ultimi baluardi dell’Alfa Romeo dovrebbe essere spostato a Torino entro la fine dell’anno.
La nostra guida era il Sig. Maurer, un disegnatore poco conosciuto, ma che ha partecipato attivamente alla realizzazione della 156 e degli altri capolavori. Questo giovanotto sui quarant’anni ci ha mostrato sin dall’ingresso modelli in scala e gli esordi del centro stile con i disegni di Giulia e Giulietta. Parlando di queste auto mi ha colpito molto una frase che raccontava il “modus operandi” dell’Alfa Romeo del dopo guerra: “Queste auto erano veramente avanzate e all’avanguardia per l’epoca, mentre gli altri avevano motori ancora con valvole laterali le Alfa Romeo avevano già il bialbero (come le auto attuali). La differenza tra le Alfa e le altre case è che Fiat, Peugeot e le altre pensavano a fare auto economiche, mentre in Alfa Romeo si pensava a fare delle auto e solo successivamente si pensava a come renderle economicamente fattibili.”
Questo è il concetto per il quale Alfa è riuscita a conquistare mercati e a crescere nel dopoguerra fino a quando decisioni politiche hanno avuto il sopravvento sulla dirigenza Alfa come dimostrato dall’avventura Arna e dalla, seppur validissima, Alfasud.
Il rammarico più grande è nel vedere marchi che trent’anni fa erano dei veri e propri outsider trovarsi nell’olimpo dell’automobilismo mondiale come Bmw, vera erede delle Alfa a trazione posteriore, e dell’Audi che ha avuto campo libero nella trazione integrale dopo il “cambio missione” di Lancia, che perdura tutt’oggi, imposto dal Gruppo Fiat dopo l’ “acquisto” di Alfa Romeo.
I più grandi successi di queste due nobili case italiane sono avvenute grazie alla passione di alcuni uomini che hanno difeso con i denti soluzioni tecniche e impostazioni (spesso solo all’apparenza poco economiche come il quadrilatero alto difeso dall’Ing. Massai) partendo però da pianali Fiat. Ne sono un esempio la Lancia Delta e L’Alfa 147.
La prima fu realizzata sul pianale Ritmo modificato per avere la sospensione posteriore indipendente (la prima auto di segmento C ad averla) che ha avuto un successo sia commerciale che nelle competizioni dominando i rally negli Anni ’80. La 147, a distanza di 10 anni dalla sua commercializzazione, vende ancora senza aver praticamente modificato le motorizzazioni del debutto risultando a tutt’oggi la miglior trazione anteriore del segmento C sebbene, come già detto, basata sul pianale della Bravo del 1996.
Speriamo perciò che si recuperi quella passione all’interno dei due marchi e che sia dato campo libero ai progettisti per creare altri capolavori.
Enzo Ceroni – Hainz 19/05/2009
P.S. Vorrei anche sottolineare come Fiat non si è mai interessata e non abbia mai investito realmente su Alfa Romeo. Non a caso la sede storica milanese dell’Alfa Romeo del Portello (tra l’altro vicino alla mia università) è stata abbandonata e svenduta (o regalata) al Comune che ha costruite case al posto di portare il Museo dell’Alfa Romeo a Milano nella sua sede storica!
Ricordo che alcuni marchi tedeschi hanno nei propri musei auto ben inferiori a quelli presenti nel museo di Arese e che, come Porsche, si siano rivolti a grandi geni dell’architettura per costruire bellissimi musei!